Nella splendida Olanda, oltre a tulipani e i mulini a vento potrete vivere un’altra particolare e suggestiva esperienza, se vi trovate nella terra dei fiori ad aprile o a settembre avrete infatti la possibilità di partecipare alla surreale festa in maschera Elfia che si tiene due volte l’anno nello sfondo di castelli da favola, tra fate, boschi incantati, folletti ed ogni altro tipo di personaggio straordinario degno delle più fantastiche visioni dei nostri più incantevoli sogni.
Ma che cos’è Elfia? Di cosa si tratta? Spiegarlo a parole non è semplicissimo e soprattutto niente è come sembra, soprattutto quando vi ritroverete faccia a faccia con Jareth il re degli gnomi direttamente uscito da Labyrinth dove appunto tutto è possibile, oppure fianco a fianco con la regina dei ghiacci o con perfide streghe della foresta dalle sembianze di rugose querce secolari.
Questo Festival incantato si tiene in Olanda, ad aprile tra i misteriosi boschi e gli enigmatici labirinti del castello di De Haar, Utrecht e di nuovo a settembre tra i sontuosi giardini ed i rigogliosi prati del castello di Arcen, così tra un ponte levatoio ed una fontana zampillante, tra un cavaliere in armatura ed un arciere con tanto di freccia e gufo ( vero ) in spalla, potreste ritrovarvi faccia a faccia con il vostro peggior incubo o nel bel mezzo del vostro sogno più ambito.
È come se per qualche ora fatata, tutti i segreti dei mondi più nascosti, sommersi, per aria, oltre l’arcobaleno e dal profondo degli inferi, abbiano la possibilità di vagare per la terra, di animarla, sfidarla, possederla. Come sotto ad un incantesimo qui tutto è lecito, ora tutto è plausibile e reale.
Una delle cose più belle è che si ritrovano gente di tutte le età, famiglie intere con tanto di bambini, nonni e cani al seguito tutti con meravigliosi ed elaborati costumi scenografici da sfoggiare fieri e tra gli stand di birra, frikandel e patate fritte ed i mercatini a tema steampunk, zombie e principeschi dove si può trovare qualsiasi curioso oggetto, abiti bizzarri, mantelli, bacchette magiche, macchine del tempo, polvere di stelle, fegato di drago avvelenato, pozioni d’amore, scope volanti, asce vichinghe, ci si sente come fosse una grande fiera magica praticata da esseri senza nome, senza spazio né tempo.
Ed è proprio questo il bello, almeno per un giorno si può diventare, tutto ciò che si è sempre desiderato o non si è mai osato bramare senza limiti alla fantasia, per un giorno si può essere chiunque, si può diventare magici, potenti, scaltri, crudeli, si possono avere dei pomposi capelli turchini o delle lunghe orecchie a punta elfiche… per un giorno ghigni malefici e sorrisi celestiali possono danzare insieme nello stesso castello, nella stessa era, per un giorno ogni povero diavolo, ogni mostro beffardo, ogni fatina, ogni sirena del mare ed ogni creatura mascherata non si sentiranno mai più così tanto se stessi.
Per maggiori dettagli ed acquisto dei biglietti potete visitare il sito ufficiale: https://www.elfia.com/en/
La magia è un ponte che ti permette di passare dal modo visibile in quello invisibile. E imparare le lezioni di entrambi i mondi. Paulo Coelho
New York è la città per eccellenza, la più famosa ed il suo cuore pulsante Manhattan non è da meno, ci sono tantissime cose da fare e da vedere, talmente tante che, soprattutto se si hanno a disposizione pochi giorni, si rischia di perdere del tempo prezioso. Qui di seguito dieci cose da non perdere nella grande mela, quindi mi raccomando prendete appunti e mentre farete shopping alla Sex in the City e vi guarderete intorno a bocca aperta con la costante sensazione di essere già stati in questi posti grandiosi visti e stravisti nei films hollywoodiani, cercate assolutamente di fare queste fantastiche dieci cose a New York ed il vostro ricordo, nonché il vostro shopping, saranno ancora più eccezionali e piacevoli!
1 – Alzare gli occhi al cielo e perdersi tra i grattacieli ed i fumi che escono dai tombini di Time Square;
2 – Godersi la vista panoramica della skyline diurna dal Rockefeller Center;
3 – Girovagare tra le bancarelle del mercato di China Town e mangiare un piatto di spaghetti e polpette in un ristorante di Little Italy;
4 – Visitare e commemorare il Ground Zero, ovvero il sito del Word Trade Center;
5 – Prendere un taxi e passare una serata al club notturno The Level di Brooklyn;
6 – Mangiare un panino gigante al pastrami allo storico Carnegie Restaurant Cafè di Manahattan since 1937, filiale ancora in funzione al Madison Square Garden;
7 – Andare alla fermata metropolitana di York ed ammirare la spettacolare skyline notturna al tramonto dalla spiaggetta romantica;
8 – Andare con la metropolitana fino a Coney Island, passeggiare sulla spiaggia e godersi la vista del vecchio Luna Park stile The Warriors;
9 – Noleggiare una bicicletta e fare il giro di Central Park vedere la statua del cane Balto ed ammirare la vista del Ghostbusters Building;
10 – Mangiare un hot dog in piedi ungendosi tutti da uno dei tanti chioschetti ambulanti per strada.
New York era un luogo inesauribile, un labirinto di passi senza fine: e per quanto la esplorasse, arrivando a conoscerne a fondo strade e quartieri, la città lo lasciava sempre con la sensazione di essersi perduto.–Paul Auster –
Crema solare protettiva, cappello o foulard, scarpe da trekking, costume da bagno, abito eccentrico e folle per Las Vegas 🙂
Libri consigliati
Sulla strada Jack Kerouac
Per questo viaggio sento di consigliarvi anche la visione di alcuni films come Natural Born Killers, Thelma&Louise, Paura e Delirio a Las Vegas, Forrest Gump.
Colonna sonora
Noi abbiamo preparato una chiavetta usb da ascoltare in macchina con tutte le canzoni dei Nirvana, The Doors, The Rolling Stones e le colonne sonore di Quentin Tarantino, più Natural Born Killers ed Ennio Morricone.
Consigli pratici
Vivete il viaggio, il tragitto ed i tanti chilometri con serenità e calma, senza fretta né ansia di arrivare alla meta, godetevi assolutamente le strade, i panorami, prendetevi il tempo che ci vuole e non vi fate agitare dalle tante ore di deserto, anzi assaporatele al massimo, osservate con avidità ogni attimo, ogni spicchio di cielo, montagna, ogni sfumatura di colore…non vi fate impressionare dalle miglia e miglia di tratti desolati che incontrerete, prima o poi finiranno e vi lasceranno comunque essi stessi senza fiato per la loro bellezza.
Fate sempre il pieno di benzina alla prima occasione, controllate spesso lo stato delle gomme della vostra auto e portate sempre con voi degli snack e dell’acqua per i tratti in cui non incontrerete neanche un ristoro.
Scaricate buona musica da ascoltare in macchina durante il viaggio che vi farà compagnia e da ottima colonna sonora, vi sentirete tanto come Thelma&Louise, o Michkey e Mallory Knox.
Studiate prima l’itinerario che vorrete fare in base ai vostri gusti, oltre all’utilissimo gps cercate di scaricare una cartina cartacea della strada che vi servirà e sarà bellissima da consultare durante il percorso e cercate di prenotare gli hotel prima dall’Italia per evitare brutte sorprese di over booking o sovraprezzi.
Noleggiate una macchina prenotando già dall’Italia ( ci sono tantissimi siti ritiratela direttamente all’aeroporto di arrivo in base all’itinerario da voi scelto ) con il gps non occorre il fuoristrada ed ovviamente tenete conto che noleggiando l’auto da uno stato e riconsegnandola in un altro il costo sarà più alto ma ne vale assolutamente la pena.
Acquistate la tessera dei parchi, al primo parco che visiterete costa circa 80 dollari.
Da non perdere
La magia di Santa Fe
La surreale, remota cittadina di Page
Hotel the View, Monument Valley
Bryce Canyon, Grand Canyon, Death Valley
Sposarsi a Las Vegas
Itinerario
Denver
Santa Fe
Monument Valley
Page
Grand Canyon
Bryce Canyon
Zion National Park
Las Vegas
Death Valley
Yosemite
San Francisco
Viaggio
Abbiamo scelto come partenza di questo fantastico ed indimenticabile viaggio on the road che ci avrebbe portato a percorrere più di 4.000 chilometri e ad attraversare ben sei stati in due settimane, la città di Denver, abbiamo trascorso qui la prima notte prenotando all’hotel Double Tree By Hitlon http://www.booking.com/Share-Vd9IA3. A Denver si respira un’aria molto free, si passeggia tranquillamente tra gli altissimi grattacieli, tra i negozietti che vendono marjiuana ed i pub che preparano ottimi burritos giganti strapieni di ogni prelibatezza e salsa. Il quartiere residenziale è composto da molte villette a schiera con tanto di praticello ed ogni quartiere ha la sua chiesa cattolica. Con la nostra auto appena noleggiata targata Colorado iniziamo così il nostro lungo percorso, tra i primi negozietti di pistole e liquori che incontriamo, mega parcheggi con mega bestioni della strada, mega piazzali con mega pali e mega antenne, mega locali che servono mega tazze di caffè e mega pancake, insomma tutto mega, benvenuti negli Stati Uniti di America.
Le grandi strade del Colorado sono circondate da montagne ed è un colpo d’occhio favoloso man mano che ci si avvicina al Great Sand Dunes e che ci si trova davanti al contrasto delle maestose montagne con ai piedi le grandi dune di sabbia, i colori che si fondono tra loro, l’azzurro del cielo, il grigio intenso delle rocce ed il giallo accesso del deserto, sono uno spettacolo della natura.
Il nostro viaggio continua ed avvicinandosi al New Mexico lo scenario ed i colori cambiano, si passa dalle montagne con cespugli verdi a delle distese di terra più scura ed arida, percorriamo così quasi 600 km di nuovi orizzonti tra montagne coperte di neve e distese desertiche ed arriviamo alla capitale Santa Fe. L’atmosfera è magica, le abitazioni con mura di mattoni in argilla sembrano letteralmente uscite da un film western, il mercato locale vende stivali texani, tantissimi oggetti di artigianato locale e ovunque si possono trovare scenografici teschi di mucca colorati o al naturale.
Si respira una magia antica, risuona l’eco di indiani e cowboy, di mandrie di bufali e lazzi, da qui passa la storica route 66 e mentre al tramonto il centro storico si tinge di rosa, facciamo una passeggiata nei distorni de la Plaza tra l’odore di fajitas appena sfornate ed il profumo frizzante dell’aria serale che si fa sempre più fresca. A Santa Fe ci sono tantissimi hotel stupendi dove poter soggiornare e potete sbizzarrirvi su booking.com , noi non lo avevamo prenotato prima ed infatti abbiamo impiegato un po’ di tempo a trovarne uno libero, alla fine ci siamo riusciti ed abbiamo passato una notte rigenerante in vista del lungo tratto previsto per il giorno successivo, destinazione Monument Valley, ovvero altri circa 600 km quasi interamente in mezzo al deserto!
Il tratto di strada dal New Mexico allo Utah è sicuramente quello più eccitante, caratteristico, duro, lungo e che genera emozioni molto contrastanti tra loro. La strada sembra non finire mai, dalle montagne si passa inesorabilmente al deserto, alla terra rossa, arancione, spietata, affascinante, calda, bella. Ci sono dei punti dove non c’è connessione internet e dove vi sentirete un po’ isolati, ma nessuna paura ci sarà sempre la vostra musica a tenervi compagnia e a rendere tutto ancora più avventuroso e strabiliante. Per parecchie miglia non incontrerete nessun altro viaggiatore, né macchina, né mega camion, solamente strade e strade, sterrate, asfaltate, circondate da montagne rosse, da rocce arancioni di uno stupendo pazzesco. La potenza e la solennità della natura qui la fa da padrone, non mollate, non vi arrendete perché appena vedrete il cartello Monument Valley tutta la tensione accumulata di colpo scomparirà e quando vedrete la classica immagine da cartolina, ovvero la via deserta e le guglie in sottofondo, il vostro entusiasmo sarà tale che sicuramente non resisterete a scendere dalla macchina e fare la foto in mezzo alla strada a braccia aperte.
Qui vi consiglio vivamente di prenotare prima dall’Italia presso l’hotel THE VIEW, è l’unica struttura che si trova proprio all’interno del parco nazionale e che vanta la vista più spettacolare che avrete il piacere di avere, tutte le camere hanno un balcone che affaccia direttamente sulle guglie, mi raccomando mettete la sveglia all’alba per ammirarne la bellezza spettacolare. http://www.monumentvalleyview.com
Il sito della Monument Valley è un luogo che emana un’aura speciale, unica, ricca e ammaliante, a parte i ricordi dei film western più famosi di Hollywood, vi sembrerà di essere come sotto ad un incantesimo, percorrete il tragitto da poter fare anche in macchina all’interno del parco, la Scenic Valley Drive l’ingresso è proprio di fronte al vostro hotel, attenzione agli orari dal 1 aprile al 30 settembre chiude alle 19.00, il costo dovrebbe esser di circa 20 dollari e non è compreso nella tessera per i Parchi in quanto questo sito è gestito dagli indiani Navajo.
Con il cuore ancora colmo di gratitudine e gli occhi che ancora brillano del potente fascino di questo luogo incantato, ci dirigiamo verso l’Arizzona, per strada direzione Page, tra le meraviglie del deserto e le strade sempre più surreali andate al Twin Rocks Cafe a Bluff, un posto unico incastonato nelle rocce, mi raccomando fermatevi qui a bere e a mangiare qualcosa, avremo ancora circa 400 km da percorrere tra i confini ed i fusi orari dello Utah e l’Arizona.
La cittadina di Page è stata una bellissima inaspettata sorpresa. Vi consiglio di prenotare già dall’Italia l’escursione presso l’Antilope Canyon, io solitamente utilizzo il sito Get Your Guide è molto comodo e c’è praticamente di tutto. https://www.getyourguide.it/antelope-canyon-l4744/
Page è molto bella, isolata, tutto intorno si espande un meraviglioso campo da golf ed è un punto molto strategico dove fermarsi, in quanto ci sono parecchie belle cose da vedere nei dintorni, dall’Antilope Canyon appena citato, al meraviglioso Horseshoe Bend che vi lascerà praticamente a bocca aperta, al fantastico Lake Powell, nonché “il fottutissimo Grand Canyon” Cit.
Abbiamo soggiornato in un hotel trovato all’ultimo momento che ci è costato parecchio, per questo consiglio di prenotare prima se possibile, il classico hotel americano con la piscina in cortile, molto caratteristico. Non perdetevi quindi e meraviglie del Lake Powell Navajo Tribal Park di Page, il ferro di cavallo visto dal vivo non rende assolutamente l’idea di ciò che potrete vedere in foto, è un panorama mozzafiato che vi stupirà moltissimo e che non dovrete assolutamente perdere.
Per visitare il Grand Canyon impiegherete una giornata intera, noi abbiamo scelto il South Rim, è vero che è più turistico, ma anche più comodo ed attrezzato, il North Rim è più tranquillo, ma più impegnativo, non ci sono servizi navetta e va vissuto tutto zaino in spalla e sentieri da trekking. Per questioni anche legate al tempo abbiamo quindi scelto la parte più comoda che è anche molto panoramica, si può arrivare fino ad un certo punto del parcheggio con la macchina, ovviamente la strada per arrivarci è molto suggestiva e non vi deluderà a livello paesaggistico. Al grand Canyon abbiamo seguito un po’ il nostro istinto oltre che le varie indicazioni, ci siamo fermati su un paio di punti panoramici più famosi, dopo di che abbiamo preso la navetta fino in cima e poi abbiamo iniziato a passeggiare osservando vari punti e scenari fin quando non eravamo stanchi, a quel punto abbiamo tranquillamente ripreso la navetta che ci ha riportati zona parcheggio. Mi raccomando mettete la protezione solare.
La vista del Grand Canyon è più unica che rara, il vento che soffia tra i capelli, il capogiro guardando verso giù, l’orizzonte infinito i cui confini non si distinguono mai, i falchi e le aquile che volano libere nell’aria e poi ancora daini, cerbiatti, puma. Noi tranne quest’ultimo esemplare felicemente non incrociato nel nostro cammino, abbiamo avuto il piacere di vivere tutte queste altre selvagge esperienze.
Il prossimo splendore che andremo a visitare sarà il Bryce Canyon e per dirigerci uscendo da Page passiamo all’interno del Parco del Lake Powell, un punto onirico e visionario, un luogo incantato che sembra uscito dal magico mondo di Oz, maciniamo quindi altri 200 piacevolissimi km di natura e bel vedere.
Abbiamo avuto difficoltà a trovare parcheggio al Bryce Canyon ed abbiamo combinato una marachella all’italiana che ci avrebbe fatto vergognare tanto e che ora vi racconto. Non trovando posto per l’automobile abbiamo deciso di lasciarla al volo in una piazzola dove però non si poteva, considerando al massimo un’ora di visita. Quando siamo tornati a riprendere la nostra macchina però abbiamo trovato una bella sorpresa, non solo la polizia ad aspettarci, ma anche un mega adesivo appiccicato sul finestrino lato guidatore a mo’ di lettera scarlatta. Infatti oltre alla paternale delle forze dell’ordine, saremo dovuti andare in giro con quella infrazione in bella vista, ammoniti e rimproverati, per questa prima volta non avremo avuto nessuna multa, ma se avessimo fatto anche solo un’altra piccola trasgressione ne avremo pagato serie e doppie conseguenze, nel frattempo tutti quanti avrebbero potuto ben notare il nostro cattivo comportamento. Ci siamo sentiti veramente stupidi, come due scolaretti con le orecchie da asino e ci siamo resi conto che in America con queste cose non si scherza e che per il rispetto della natura, degli animali, delle zone adibite a parcheggi o ristori ed altro bisogna mantenere sempre il giusto ordine e disciplina, soprattutto in aeree di parchi naturali, che così tanto frequentati che non possono subire caos.
La vista del Bryce Canyon, oltre alla lettera scarlatta 🙂 è un’altra cosa che non dimenticheremo mai, le altissime e maestose sequoie, l’arancio intenso delle rocce, gli scoiattoli curiosi che girano dappertutto, lo scenario sembra quasi disegnato, quasi artificiale, sembra di essere all’interno di un dipinto gigante, tutto intorno è terra, roccia, alberi, un universo incontaminato disegnato con armonia meticolosa da Madre natura. Un altro parco altrettanto suggestivo e lo Zion che abbiamo raggiunto subito dopo il Bryce.
I colori delle strade sono sempre molto vivaci ed accentuati, ci sono dei punti che passano all’interno di gallerie direttamente scavate nelle rocce, lo Zion National Park è un tripudio naturalistico, ricco di sorgenti e cascate che passano attraverso delle maestose montagne arancioni, qui sono proprio queste splendide vette color mattone a farne da padrone, sono altissime, immense, regali e passeggiarvi intorno dà una sensazione di impotenza di fronte a così tanta forza e maestosità. Abbiamo incontrato un cervo e ci siamo fatti trasportare in un mondo di energia pura, viva, pulsante.
Dalla totale beatitudine di sensi che ci hanno donato questi ultimi giorni immersi nella natura, abbiamo deciso di percorrere senza sosta i circa 250 km che ci dividevano dal Nevada per poter vedere l’impatto visivo dello sky line di Las Vegas dalla strada di notte. Abbiamo quindi proseguito senza fermarci direttamente verso la città che non dorme mai risvegliando di colpo i nostri sensi ormai non più rilassati… infatti dopo l’ultima ora in autostrada di notte completamente buia e costeggiata dal deserto, d’un tratto eccola, d’un tratto è come se spuntasse un’alba, un tripudio di luci, colori, meraviglie. Già da una decina di chilometri di distanza prepotentemente si insinuano le strabilianti luci dell’ eccentrica Las Vegas e lo spettacolo inizia già prima di arrivare. Man mano che ci si avvicina e che si entra in città, la meraviglia ed il paradossale non è che in aumento.
Andiamo subito verso l’hotel da noi scelto ovvero il New York, New York, con tanto di montagne russe che sfrecciano direttamente all’interno della struttura.
Las Vegas è follia pura, è divertimento, eccesso, a Las Vegas tutto è lecito e tutto può succedere. Non c’è nulla che possa contenere il suo entusiasmo e la sua pazzia, le strade, le statue, i personaggi che girano per la città. La laguna di Venezia perfettamente riprodotta con tanto di gondole e gondolieri, le deliziose viette e le boulangerie parigine, la tour Eiffel, la statua della Libertà, la piramide di Giza, il colossale Caesars Palace, le fontane danzanti del Bellagio…tutto riproposto con una precisione maniacale, non ci siamo fatti scappare nulla, abbiamo visitato tutto, correvamo da una struttura all’altra, da una via all’altra, come due bambini instancabili, come fossimo in un gigantesco luna park! Passavamo dal freddo polare dei casinò con l’aria condizionata altissima, al caldo soffocante delle strade a cielo aperto ( mi raccomando portatevi un foulard o meglio ancora una maglia da indossare all’interno degli hotel che tengono il condizionatore alle stelle ). Abbiamo visto uno spettacolo meraviglioso del Cirque du Soleil, anche questo lo avevamo già prenotato dall’Italia tramite il sito Getyourguide.it , cercate anche voi un evento mondano a cui poter partecipare a Las Vegas ogni notte troverete un evento diverso, circhi, balletti, spettacoli di magia qualsiasi cosa per ogni gusto.
Las Vegas è la città dei sogni, dove tutto è possibile. Noi abbiamo deciso di vivere a 360 gradi la nostra esperienza in questa singolare città ed abbiamo scelto di sposarci alla famosissima Graceland chapel con tanto di Elvis Presley a celebrare le nostre nozze.
Avevamo portato gli abiti dall’Italia ( acquistati sul sito www.funidelia.it ) abbiamo scelto di vestirci da Mariylin Monroe e da Superman, avevamo prenotato l’evento direttamente dal sito internet https://gracelandchapel.com/ e scelto le modalità da noi preferite ( costo circa 500 euro con foto e video ).
Una splendida limousine bianca ci è venuta a prendere direttamente alla hall dell’ hotel e ci ha accompagnato alla Graceland Chapel, qui ci aspettavano il nostro Elvis ed il suo sorriso, nonché il suo vestito, tutto sgargiante e scintillante. Poco prima avevamo acquistato due anelli in uno dei tanti negozietti assurdi della Strip e poco dopo eccoci lì a pronunciare le nostre promesse in uno spagnolo sgangherato ( lingua scelta da noi per a cerimonia che ci ha fatto morir dalle risate ), una situazione così improponibile quanto emozionante, commovente quanto comica che ci ha fatto sentire veramente come due divi del cinema protagonisti di uno dei film più irriverenti e demenziali d’America! Dopo lo scambio degli anelli e la dichiarazione d’ amore al suono romantico di Love Me Tender, non si poteva che concludere con un balletto ancheggiato sotto le note di Viva Las Vegas. E come ogni degno matrimonio che si rispetti, dopo il filmino, siamo andati fuori in cortile a finire il nostro album con altre tantissime ineguagliabili foto ricordo.
L’autista ci ha poi portato a spasso con la limousine per un altro po’ di tempo, fin quando non siamo scesi per le vie del centro alla ricerca di un locale adatto dove intraprendere una perfetta cena di nozze.
Abbiamo scelto il ristorante di Twin Peaks, abbiamo proseguito la serata volando nelle assurde montagne russe del nostro assurdo hotel e terminato il giorno più bello della nostra vita giocando alla roulette del casinò del New York, New York, di Las Vegas. Il tutto ovviamente sempre con la parrucca bionda cotonata io ed il mantello rosso svolazzante il mio nuovo super marito.
Dalla ricca e squillante Las Vegas continuiamo il nostro viaggio verso la desolata, silenziosa Death Valley.
Qui i colori predominanti sono l’ocra ed il grigio argento, le strade sono deserte, il caldo opprimente, il sole cocente, il vento forte e bollente, la terra rovente, l’atmosfera è infuocata. Il silenzio assordante e la spinta torrida del vento sono impressionanti. La vista aliena dello Zabriskie Point riesce a catapultarti in un paesaggio marziano ed i cartelli che segnalano la presenza di rettili o altri animali pericolosi non fanno che accentuare un ambiente ostile e spietato. Abbiamo soggiornato in uno splendido hotel, un’oasi in mezzo al deserto The Oasis circondato da un meraviglioso campo da golf nel bel mezzo della Valle della Morte. http://www.oasisatdeathvalley.com
Nei dintorni con la macchina abbiamo potuto raggiungere il così detto Devil’s Golf Course e poi ancora la suggestiva e feroce Artist Drive, un percorso che passa attraverso le rocce bruciate ed i punti più panoramici e surreali della valle; abbiamo visitato la città fantasma con il suo tetro Casinò, ci siamo ritrovati nel bel mezzo di un’istallazione spettrale ed abbiamo mangiato il chili più buono del mondo in un caratteristico locale sulla strada verso Beatty, tra i cartelli Wanted e le balle di paglia che rotolano desolanti. I colori della terra arsa qui assumono mille sfumature dal bordò al nero intenso, in alcuni punti sembra quasi carbone ed i coyotes che vagabondano sul ciglio della strada sembrano diavoli in pena.
La Death Valley è sicuramente un luogo speciale ed unico, uno dei più affascinanti ed emozionanti di tutto il nostro viaggio on the road negli Stati Uniti d’America.
Riprendiamo il nostro lungo viaggio che dai 45°c del Nevada ci porta ai 20°c della California, il paesaggio ora è ricco di alberi, di pini, di verde intenso, si intravedono le prime sorgenti nascoste ed incantevoli laghi di montagna. Ci fermiamo ad assaporare l’aria pura e fresca del Mono Lake, un pittoresco scenario montano ed il suo lago brillante sotto i raggi del sole. La strada che porta al parco dello Yosemate si disperde tra sequoie, scoiattoli, segnalazioni di orsi. Ed è così che arriviamo al parco per eccellenza, completamente immerso nella natura tra il cinguettio degli uccelli ed il mormorio dei ruscelli.
Abbiamo soggiornato in un piccolo hotel vicino all’ingresso del parco, il White Chief Monuntain Lodge, posizione comoda e tranquilla, non essendoci il ristorante abbiamo acquistato una bottiglia di vino rosso e dei barattoli di chili da scaldare al microonde e questa è stata la nostra cena, affacciati nel piccolo balconcino tra il silenzio, l’aria bella fredda e gli alberi della montagna.
Abbiamo fatto delle bellissime passeggiate immersi in questo mondo fiabesco, tra prati, cascate e al cospetto dell’elegantissimo El Capitan, ci siamo rigenerati ed abbiamo assaporato gli ultimi giorni del nostro splendido viaggio ormai quasi finito, ultima tappa a circa 400 km, San Francisco.
A San Francisco abbiamo riconsegnato la nostra macchina a noleggio e ci siamo mossi quasi sempre a piedi o con il tram. Dal nostro hotel al centro abbiamo raggiunto a piedi la zona del porto dove si trova il mitico pier39 ovvero un centro commerciale dove oltre a vari ristoranti e negozietti, come ad esempio il famosissimo Bubba Gumb direttamente da Forrest Gump e potrete osservare i leoni marini che se la godono e oziano sdraiati al sole. Abbiamo fatto il giro con il famoso tram nr.13 tra le salite e discese vertiginose della città, abbiamo noleggiato la bicicletta facendo quasi 30 km tra le colline ed i panorami più incantevoli, passando attraverso il famosissimo Golden Gate Bridge arrivando fino all’elegante Sausalito dove abbiamo poi imbarcato le nostre biciclette per tornare verso la splendida baia in traghetto con tanto di vista romantica della skyline al tramonto.
Un’escursione da non perdere è quella della famosissima Alcatraz, prenotate dall’Italia in anticipo direttamente dal sito ufficiale, scegliete la visita notturna al tramonto molto più inquietante ed affascinante.
Noi avevamo già dovuto riconsegnare l’automobile, ma vi consiglio di provare l’emozione di guidare tra le contorte vie di Lombard Street con il vostro mezzo, noi l’abbiamo visitata a piedi e di fare un percorso enologico presso un’azienda agricola con tanto di vigneto ed assaggi di buon vino, guidare tra le campagne rurali e magari fermatevi a dormire presso una struttura immersa nella valle, noi per motivi di tempo non siamo riusciti.
San Francisco è un città particolare, ci sono parecchi senza tetto che vagano per la città, sinceramente noi cercavamo di non rimanere fuori in giro fino a tardi la sera, abbiamo evitato di uscire al buio di notte non ci siamo sentiti molto al sicuro là fuori.
E’ stato un viaggio magnifico, sicuramente stancante, bisogna guidare per tanti chilometri e per godersi i panorami più rari e sfruttare la luce del giorno occorre mettere sempre la sveglia presto al mattino, ci si alza dal letto con gli occhi stropicciati e semichiusi, ma ci si ritrova dopo poco con gli stessi occhi sbarrati e pieni di meraviglia, il cuore colmo di amore e stupore. Il ricordo di tutte le strade percorse rimarrà sempre dentro di voi, gli scenari così diversi tra loro arricchiranno i vostri pensieri , la magia ed i colori dei luoghi che visiterete vi faranno sentire vivi ed orgogliosi di essere anche voi parte di questo assurdo, incoerente, fantastico mondo delle meraviglie.
Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi. (Anonimo)
Avete in programma un viaggio alla Repubblica Dominicana? A prescindere dalla formula che sceglierete, che sia un lussuoso resort o un b&b locale, non perdetevi la spiaggia deserta e paradisiaca del CANTO DE LA PLAYA. Si tratta di una spiaggia vergine sconosciuta dove non ci sono hotel ne’ bar e dove non è possibile neanche soggiornare, si trova dopo circa un’ora di navigazione dalla tanto più famosa e trafficata Isla Saona, la maggior parte dei turisti infatti è proprio a quest’ultima che si ferma dopo esserci arrivata con catamarani chiassosi a suon di merengue. Il mio consiglio è questo. Da Bayahibe noleggiate presso una delle tante piccole agenzie locali, una barchetta privata con tanto di marinaio e fatevi portare direttamente a Canto de la Playa senza soste! Partenza di mattina presto, prenotate uno o più giorni prima in base alle condizioni metereologiche ovviamente. A noi è capitato un mega acquazzone proprio in mezzo al mare, fortunatamente abbiamo raggiunto il villaggio di pescatori non molto distante e ci siamo potuti riparare lì in attesa che smettesse di piovere. Siamo rimasti un’oretta sotto il tetto di una capanna insieme a tutti gli abitanti che giocavano a biliardo ed è stato molto bello, meno bello trovarsi a largo con tutta quella pioggia abbondante. Una volta stabilito il prezzo della barchetta chiedete del buon pesce fresco, aragosta compresa, da portare a bordo e caricate con voi anche delle belle noci di cocco di quelle col buco già pronte da bere ed del buon rum. La traversata in mare aperto sarà molto intensa ed eccitante durerà circa due ore, noi abbiamo incontrato anche dei pesci volanti che ci nuotavano a fianco e potreste incontrare anche dei delfini. Man mano che vi avvicinerete alla meta l’acqua sarà sempre più cristallina e di un azzurro così intenso e incontaminato da farvi emozionare. Appena sbarcando appoggerete i piedi nudi nella suggestiva sabbia bianca e vi sembrerà di essere accarezzati dall’ intera spiaggia. Il vostro accompagnatore sarà lieto di grigliare per voi il pesce sotto una delle tante palme presenti e potrete gustarvi il pasto con tutta tranquillità fronte mare e seduti sulla spiaggia. Potrete poi passare il resto della giornata passeggiando e girovagando per l’isola, provate ad esplorare ed avanzate lungo il perimetro vi ritroverete davanti uno spettacolo unico, ancora più deserto. Portate con voi il cocco al rum e trovate il vostro punto preferito dove potervi godere lo spettacolo, fare foto da cartolina e dove rilassarvi sognanti tutto il tempo che vorrete, ma ricordate di guardare l’orologio ad un certo punto considerando le due ore di barca per il ritorno compresa una sosta consigliata di circa mezz’ora alla laguna delle stelle marine.
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Il bello di un’isola è una volta ce arrivi lì – non puoi andare oltre…. sei arrivato alla fine del mondo. Fabrizio Caramagna
ovunque voi siate… ovunque vi troviate, che sia nella sentimentale isola di Bali, o tra le celebri guglie rocciose della Monument Valley…al cospetto del magico Taj Mahal, sotto l’ombra di una palma caraibica, a bordo di un traghetto nelle acque del Bosforo o nella baia di San Francisco... nei pressi di in un bosco dello Yosemate, al mercato galleggiante di Bangkok, al mercato del pesce di Tokyo, di fronte la skyline newyorkese o semplicemente a casa vostra… ricordatevi sempre di dedicare tempo al tramonto e all’alba.
soprattutto se siete in viaggio.
mettete la sveglia e uscite fuori dal letto la mattina presto ed andate ad ammirare i luoghi al sorgere del sole!
rilassatevi ed aspettate serenamente un tramonto anche se avete fretta di andare da qualche altra parte!
Nel viaggio, come nella vita, cercate di non ascoltare mai la fretta, cercate sempre di godervi il qui ed ora, di godervi ogni attimo del posto che vi sta accogliendo, cercate di prenderne il meglio, le sfumature più rare, gli attimi fugaci che il mondo sarà felice di regalarvi. E’ tutto lì, lo è sempre stato …. le meraviglie sono lì, davanti ai vostri occhi che devono rimanere vigili, attenti, aperti alla Belezza. La Bellezza del mondo è sempre a portata di mano di ognuno di noi, in attesa che la troviate e ne cogliate l’essenza più pura.
Dedicate tempo alla Bellezza, uscite fuori la mattina presto, aspettate il crepuscolo.
dedicate tempo al tramonto e all’alba.
Alba alla Monument Valley, UsaTramonto dal Bosforo ad Istanbul, TurchiaTramonto di Bali, IndonesiaAlba al mercato galleggiante di Bankok, ThailandiaTramonto dallo York, vista skyline New York, UsaAlba al mercato del pesce di TokyoAlba nella spiaggia vicino casa mia
Quando un’alba o un tramonto non ci danno più emozioni, significa che l’anima è malata. Roberto Gervaso
Il giro con il tuc tuc è stato molto interessante…. su nostra indicazione ci siamo fatti portare al vicolo di Callejon de Hamel, un luogo bizzarro e coloratissimo, centro dell´importante opera sociale e artistica di Salvador Gonzalez Escalona, dove ogni domenica mattina a mezzogiorno, oltre a manifestazioni dedicate alle divinita´ afrocubane, gli abitanti del posto ballano la rumba con tanto di scenografie variopinte e vistosissimi costumi. C’è un atmosfera unica, magica, sembra di essere al centro di un antico rito vudù, tra santoni ricoperti da collane fatte di ossa ed ingombranti turbanti in testa e ballerini scatenati di tutte le età che sculettano a ritmo di musica e battiti di mani e di cuori. Non vi svelerò di più, questo è un luogo misterioso, un luogo per pochi, solo vivendolo di persona potrete coglierne il senso, il suono, l’odore, il vero significato. Non è facilissimo da trovare e non è detto che ci riuscirete, non sarete voi a trovare questo vicolo cieco, se sarà il tempo ed il momento giusto sarà esso stesso a condurvi da lui.
Il lavoro dell’artista è sempre quello di approfondire il mistero.
… “Qual è la cosa che mi è piaciuta di più di questo viaggio? Istintivamente dico, la strada! O meglio le strade percorse…. Le sconfinate, infinite strade che si disperdono tra le montagne innevate e dune sabbiose del Colorado, per poi proseguire tra i deserti cespugliosi e macchiati dai cactus del New Messico, fino ad arrivare indietro nel tempo, tra i cow-boy della piccola Santa Fe … i magnifici percorsi tra i deserti arancioni della magica Monument Valley e quelli più rossi dell’Arizzona, proseguendo verso il fottutissimo Grand Canyon… le strade, quelle appena più fresche costeggiate da pini e frequentate dai cervi dello Utha, in direzione del pittoresco Bryce Canyon e tra le maestose, gigantesche montagne color mattone dello Zion… e poi di notte, eccola, l’improvvisa luccicante sky line di Las Vegas, con tutte le sue accecanti luci, che sembrano un miliardo di piccole stelle colorate che all’improvviso ti compaiono davanti… pensare che qui in Nevada tutto sia possibile, giocare alla roulette per tutta una notte e sposarsi alla Gracechapel con Elvis Presley come pastore e noi mascherati da Marilyn Monroe e Superman … e poi ancora le strade … le curve nascoste tra le rocce dure e scure della Death Valley, le montagne sfumate di giallo di grigio e di bordò, la polvere che si alza silenziosa mossa da un vento rovente che sembra portare via tutto quello che potrebbe esserci rimasto ancora di “vivo”, sospesi tra realtà estrema e l’inferno. Rassicurarsi poi vedendo un cojote rannicchiato sul lato della strada guardare indifferente le automobili sfrecciargli davanti … passare dai 110 f. ai 50 f. in poche ore di strada e ritrovarsi immersi tra laghi azzurri le sequoie giganti ed i ruscelli gelati visitati dagli orsi dei parchi dello Yosemite …. Arrivare a San Francisco dopo 15 giorni con il cuore in gola, coscienti che questo viaggio favoloso sta per finire … passeggiare instancabili tra le salite e discese delle particolarissime strade della città, affittare la bicicletta e pedalare, pedalare per 20 miglia per le strade, percorrere il Golden gate bridge e ritrovarsi tra prati verdi e morbide colline fiorite … visitare Alcatraz e sentirne tutta l’inquietudine di violenze e peccati nascosti, insieme alla serenità di panorami dorati avvolti dal tramonto e dal canto dei gabbiani. Lasciare la California felici e malinconici, con l’ultimo sguardo perso verso le ripide vie di San Francisco e dei suoi tanti barboni, loro i padroni indiscussi delle rigide strade della città. “ ….
Oltre al classico abbigliamento leggero da mare, anche una scarpa da tennis chiusa e qualche pantalone lungo per la sera o per andare a cavallo.
Portate sempre con voi una felpa da indossare in taxi per coprirvi dal freddo dell’aria condizionata.
Medicine classiche varie tipo tachipirina, aspirina o altre di cui solitamente potreste avere bisogno.
Spray antizanzare per mosquitos esotici.
Crema protettrice sole e dopo sole.
*Consiglio tutto al femminile: assorbenti igienici, a me è capitato il ciclo mestruale in viaggio, ho avuto parecchie difficoltà a trovare una farmacia ed una volta trovata gli assorbenti che si trovano là sono molto diversi dai nostri e non aggiungo altro 😉
Libri consigliati
Non sono dei libri ambientati a Cuba, ma secondo me riportano ad un’atmosfera che odora dei luoghi che percorrerete e della gente che incontrerete…
Cent’anni di solitudine Gabriel García Márquez
Ernest Hemingway – Il vecchio e il mare
La casa degli amori impossibili –Cristina López Barrio
Poi ovvio c’è sempre il diario di Ernesto Che Guevara 🙂
Consigli pratici
Il nostro viaggio a Cuba è stato all’insegna dell’on the road, molto all’avventura e praticamente quasi tutto improvvisato giorno per giorno…a Cuba si può, anzi consiglio vivamente di fare così.
Ci siamo spostati principalmente con taxi privati ( un po’ più cari ) e/o taxi collettivi ( molto più economici ), questi ultimi possono essere tranquillamente prenotati direttamente dal proprietario della Casa Particular dove alloggerete. Assolutamente non è il caso di noleggiare un’auto e di guidare in autonomia per le strade cubane, la segnaletica è praticamente inesistente come pure la connessione internet per eventuale GPS, le strade sono dissestate e piene di buche, la guida dei cubani è parecchio spericolata, non vengono rispettate le solite regole stradali a cui siamo abituati e potreste tranquillamente incrociare carretti trainati da cavalli, mucche o tori che attraversano strade principali e le loro pseudo superstrade come se niente fosse. Un altro piccolo consiglio: fate pipì finchè potete nelle case Particular dove alloggiate in quanto per strada, soprattutto per i tragitti più lunghi, le toilette non ci sono proprio…mi sono ritrovata a fare pipì in piedi un una discarica dopo km nel taxi con l’aria condizionata parecchio alta, chè di bagni per strada non ce n’era nemmeno l’ombra.
Abbiamo evitato i posti e le spiagge più turistiche tipo Varadero e non siamo andati a Cayo Largo, malgrado sia un luogo paradisiaco non lo abbiamo scelto solamente per una nostra decisione di viaggio diverso, maggiormente a contatto con i cubani e le città più autentiche, abbiamo evitato gli hotel ed abbiamo pernottato solamente nelle Case Particular e questo è il consiglio più vivo che sento di darvi.
Le Case Particular sono molto caratteristiche, sicure e pulite, quelle autorizzate vengono identificate con un simbolo azzurro fuori dalla porta o vicino al nome sull’insegna della casa, sono a bassissimo costo, a conduzione familiare, una sorta dei nostri B&B ma ancora più autentici ed ospitali! Praticamente sono le famiglie stesse che vi abitano ad ospitare i viaggiatori nelle loro deliziose case, a preparare fantastiche colazioni a base di frutta fresca e colorata ed altre prelibatezze come il platano fritto o l’aragosta per il pranzo o la cena, chiacchierando volentieri con gli ospiti, raccontando le loro storie.
Consiglio di prenotare solamente la prima Casa Particular a seconda della destinazione della vostra prima notte a Cuba, dopo di che sarà un passaparola e saranno direttamente loro che penseranno a contattare il vostro prossimo soggiorno in base alla vostra prossima destinazione che potrete tranquillamente decidere anche il giorno prima in base al vostro istinto da viaggiatore!
Assaggiare il frutto rosa Guava ed il platano fritto
Viaggiare in taxi collettivi d’epoca
La domenica mattina al Callejon de Hamel Havana
Itinerario
Vinales
Cayo Levisa
VILLA CABO SAN ANTONIO
VInales
Cienfuegos
Trinidad
Havana
Viaggio
Siamo arrivati all’aeroporto di Havana Jose Marti International ore 20.50 circa, abbiamo preso subito un taxi privato per farci portare a Vinales, abbiamo speso circa 120 cuc, circa 100 euro, lo so sono parecchi soldi ma anche parecchi chilometri, circa 170 per di più in notturna, ma abbiamo fatto questa scelta per poter andare subito verso un luogo più rilassante e panoramico e per poterci svegliare all’alba il mattino successivo tra le magiche colline, il cinguettio degli uccelli , immersi nelle campagne. Abbiamo soggiornato come prima Casa Particular ( l’unica prenotata già dall’Italia ) da JESUS Y MARIA, calle Sergio Dopico 1/A ( un’altra consigliata che però non aveva disponibilità è Ridel y Claribel ).
Ci siamo sentiti subito come a casa, Maria una donna splendida e gentilissima che ci ha accolto subito a braccia aperte, non dimenticherò mai né lei, né la nostra camera piccola ed ospitale dai copriletti con stampate immagini di tigri.
Da Vinales si può facilmente raggiungere la meravigliosa spiaggia di Cayo Jutias facilmente raggiungibile via terra con un taxi, un luogo selvaggio e frequentato per lo più dagli abitanti del posto.
A Vinales abbiamo fatto una meravigliosa escursione a cavallo tra le colline della Valle del Silencio, le piantagioni di tabacco e le grotte, abbiamo passeggiato tra le strade sterrate del piccolo centro e respirato tanta aria buona, nonché un’atmosfera di assoluta calma e pace, sembrava di essere tornati indietro nel tempo, ci siamo affidati al maneggio di Luis Ernesto Hernandez Mena ei ci siamo trovati davvero molto bene.
Da Vinales abbiamo poi raggiunto, circa 50 km in taxi, Palma Rubia per prendere il traghetto che in 20 minuti porta all’isola di Cayo Levisa.
Questo è assolutamente un luogo magico, molto particolare, poco turistico ed intimo. C’è un unico hotel proprio di fronte alla spiaggia, è tutto molto spartano, non si tratta assolutamente di un resort di lusso, ma rimane autentico e “molto cubano” , potrebbe capitare di non avere acqua corrente di mattina ad esempio… ma ne vale la pena.
Qui il mare è turchese, le stelle marine scarlatte e passeggiando tra le mangrovie si può arrivare fino ad una spiaggetta deserta, Punta Arena, dove, seguendo delle fatiscenti indicazioni, si arriva ad un baretto isolato tutto in legno che distribuisce il mojito più buono di tutto il paese.
Al ritorno dal Cayo Levisa appena sbarcati dal traghetto c’era Paco il nostro autista fidato ad attenderci, direzione Cabo San Antonio, circa 200 km.
Questa si che è stata una vera, surreale assurda avventura! Per come l’abbiamo vissuta noi forse la sconsiglierei, o per lo meno, consiglierei di fermarsi prima, ovvero a Maria la Gorda adatta soprattutto per le immersioni, affittare semmai lì un’automobile ed arrivare autonomamente a Cabo San Antonio.
Cabo San Antonio è un luogo remoto, è una Riserva della Biosfera dell’UNESCO abitata in epoca precoloniale dagli indigeni Guanatahabeyes, tra gli ultimi popoli rimasti dopo la colonizzazione spagnola, in gran parte ancora vergine ospita specie di flora e fauna uniche, per raggiungerla abbiamo percorso una strada selvaggia immersa dal verde, incontrato cervi e tori solitari, abbiamo costeggiato l’oceano tra spiagge rocciose ed iguane e una volta arrivati all’unico hotel della penisola, Villa Cabo de San Antonio, ci siamo resi conto che, oltre alle numerosissime orme di animali selvatici sulla sabbia e qualche cinghiale che girovagava sulla spiaggia…praticamente c’eravamo solo noi.
Sinceramente l’hotel non era per niente attrezzato, non c’erano né automobili, né biciclette da noleggiare per poter girovagare nei dintorni, il ristorante era alquanto sprovvisto, praticamente avevano solo uova e cocomero, e qualsiasi cosa chiedevamo, qualsiasi, il tipo che sarebbe dovuto essere il cameriere ci rispondeva “No tiengo! “ … alla fine l’abbiamo presa a ridere, era tutto molto surreale, eravamo affamati e costretti a rimanere bloccati lì senza un mezzo di trasporto, come se non bastasse ci siamo ritrovati completamente divorati dai mosquitos… il nostro autista, come concordato sarebbe dovuto tornare a prenderci dopo tre giorni e non c’era assolutamente nulla e nessuno in zona che poteva darci un passaggio, neanche un taxi. Alla fine per fortuna siamo riusciti a contattare Paco, il nostro taxista salvatore che, dopo tante imprecazioni ha accettato di venirci a prelevare il giorno successivo.
Nel frattempo ci siamo rilassati e siamo riusciti a goderci questo paradiso terrestre ed incontaminato. Abbiamo visitato la marina del Cabo de San Antonio, con il suo malinconico faro, un luogo nostalgico che racconta il passato vivace di questo porto ora quasi dimenticato. C’è un localetto dove sono esposte migliaia di bandiere colorate provenienti da tutto il mondo, che evocano gli scambi, affari e commerci di un tempo, sembra di sentire ancora l’eco lontano dei viandanti, dei marinai indaffarati. Ora tutto è silenzio, si sente solamente il rumore del mare con le sue onde eterne che si infrangono sugli scogli della vecchia nave fantasma arenata e l’urlo del vento forte.
Lasciamo questo posto a malincuore, ma per la completa mancanza di strutture abbiamo deciso di non rimanere, saremo dovuti restare tre giorni per poi andare verso Havana, ma questo piccolo inconveniente ha fatto si che cambiassimo in corsa il nostro itinerario. Siamo tornati verso Vinales per la notte, eravamo sconvolti e stanchi ma Maria appena ci ha visto anche se non era previsto il nostro ritorno lì, ci è subito venuta incontro di corsa, ci ha abbracciato forte forte… Lei non aveva disponibilità nella sua casa, così ci ha subito trovato una sistemazione dalla sua vicina Amelia, una signora energica, stupenda che ci ha subito preparato una cenetta coi fiocchi ed un letto accogliente. Amelia ha provveduto anche ad organizzare il trasporto per il giorno successivo con un taxi collettivo e a prenotarci il prossimo pernottamento nella Casa Particular di suoi amici Enrique e Ines, destinazione Cienfuegos tappa intermedia tra Vinales e Trinidad.
I taxi collettivi sono una caratteristica di Cuba! Ti permettono di percorrere lunghe distanze a poco prezzo, condividendo il viaggio insieme ad altre persone, fu così che ci ritrovammo stipati in una originalissima macchina d’epoca, con degli sconosciuti, le valigie più grandi di noi sopra le gambe ad affrontare centinaia di chilometri di buche! Stupendo!
Il nostro viaggio on the road prosegue verso Cienfuegos, soprannominata La Perla del Sur, subito a colpirci è la bellezza del porto al tramonto, il colorato centro storico con le sue stradine strette, i viali eleganti ed i palazzi coloniali.
Abbiamo cenato in uno dei tanti deliziosi ristoranti, passeggiato lungo il Malecón, apprezzato il romantico panorama dalla Bahia naturale de Jagua.
Abbiamo fatto anche un giro dentro un supermercato cubano, esperienza da non sottovalutare, visto che troverete solo marchi a voi completamente sconosciuti e non ci sarà nemmeno l’ombra di quelli più famosi tipo Coca-cola o Kinder e troverete prezzi bassissimi e prodotti che si potranno acquistare solamente con cuc cubani assolutamente riservati agli abitanti, che non sono gli stessi cuc turistici che avrete voi in tasca e fate attenzione a non riceverli per sbaglio sono carta straccia o almeno fino a poco tempo fa era ancora così.
A pochi chilometri dal centro di Cienfuegos si trova El Nicho una delle cascate più incantevoli della nazione che si trova all’interno del Parco Topes de Collantes visitabile in giornata .
La prossima tappa, che raggiungiamo sempre con taxi collettivo a circa 80 km, è Trinidad, una delle sorprese più piacevoli del nostro viaggio.
I padroni della Casa Particular di Trinidad, Cecilia e Miguel una coppia di deliziosi signori che ci hanno veramente coccolato, avevano un commovente album di fotografie con tutte le persone che avevano ospitato, bigliettini, regalini, insomma chiunque varcasse quella porta ci avrebbe inevitabilmente lasciato un pezzettino di cuore e per noi è stato lo stesso, ricordo che proprio davanti casa c’era una pizzeria che faceva la pizza rotonda al forno elettrico più buona di tutta Cuba e poco distante c’era la piazzetta del paese dove erano accalcati praticamente tutti gli abitanti con i telefonini in mano, intenti a connettersi, era l’unico punto dove c’era internet, abbiamo trascorso parecchio tempo lì ad osservare con tenerezza gente di tutte le età parlare ad alta voce e fare video con amici e parenti.
Consiglio di prendere il vecchio treno a vapore e di percorrere attraverso la Valle de Los Ingenios le piantagioni di canna da zucchero ed i villaggi rurali, non si escludono incontri di cavalli o mucche che attraversano i binari; si arriva fino all’antica Torre Inzaga e si prosegue fino ad una storica azienda agricola dove è possibile anche pranzare.
La partenza del treno è prevista tutti i giorni alle ore 9.30 dall’unico binario della città di Trinidad, che si trova in fondo a Via Lino Pérez, per un costo di 10 cuc a persona andata e ritorno.
Il centro storico di Trinidad è la parte più affascinante, le strade lastricate portano fino alla vecchia città coloniale dove si trova la coloratissima Plaza Mayor centrale e dove incontrerete sicuramente il classico vecchietto cubano con tanto di sigaro gigante e completo elegante rosa pastello.
Noi siamo capitati proprio nel periodo in cui si festeggia Santa Barbara, il 4 dicembre e dai cortili e dalle finestre delle case variopinte si intravedevano statue della santa abbellite ed addobbate con fiori rossi, ghirlande, candele e santini vari. I Paladar adibiti a ristoranti sono veramente stupendi, dei veri e propri musei colmi di oggetti d’arredamento e d’arte vari, quadri, statue, candelabri… noi abbiamo cenato, tra l’altro benissimo, in una stanza con un lavabo ed un letto proprio vicino al vostro tavolo finemente apparecchiato con una preziosa tovaglia di pizzo.
E per non farsi mancare proprio nulla, Trinidad possiede anche una spiaggia, Playa Ancon, a soli 10 km dal centro, abbastanza popolata, ma con un bel mare azzurro, perfetta per una giornata di sole e relax.
Prendiamo il nostro ultimo taxi collettivo e ci dirigiamo curiosissimi verso l’Havana, circa 300 km; abbiamo scelto di rimanere nella zona Veja e, sempre tramite la Casa precedente, abbiamo soggiornato in una Casa Particular proprio a due passi da Plaza Veja, la signora Miranda e la sua stupenda figlia adolescente sono state ottime padrone di casa, ci hanno fatto mostrato il loro libretto di approvvigionamento per fare la spesa, approfondendo particolari non troppo entusiastici sulla loro vita quotidiana e reale cubana, che non è affatto tutta rumba e sigari, e del loro rapporto con il regime e le varie restrizioni, è stato molto interessante e costruttivo e si è creato un bellissimo legame di complicità tra di noi.
L’Havana è una città contrastante, disarmante. Ci sono maestosi ed eleganti palazzi coloniali rosa, smeraldo, azzurro ed altri fatiscenti, semi crollati spettrali. Il contrasto è potente e molto affascinante. Ci sono grandi vie asfaltate dove sfrecciano auto d’epoca colorate e piccoli vicoli sporchi e fangosi, pieni di pozze, terra e tubi a vista. Abbiamo fatto il classico giro turistico con l’autobus per poter vedere un po’ di tutto, anche la parte più moderna e plaza de la Rivolucion, ma per la maggior parte ci siamo affidati all’istinto ed abbiamo girato le strade a piedi o con i tuc tuc.
Il giro con il tuc tuc è stato molto interessante, abbiamo chiesto al nostro nuovo amico Ivian di portarci in giro tutto il giorno, concordando prima il prezzo, tra le vie ed il luoghi più caratteristici e meno turistici del posto, è stato di parola e ci ha perfino portato a casa sua, una piccolissima capanna da una sola stanza dove c’era la madre che stava friggendo il platano. È stata un’esperienza molto forte vedere i loro sorrisi splendenti in quella casetta così scura e piena di fuliggine.
Su nostra indicazione ci siamo fatti portare al vicolo cieco di Callejon de Hamel, un luogo bizzarro e coloratissimo, centro dell´importante opera sociale e artistica di Salvador Gonzalez Escalona, dove ogni domenica mattina a mezzogiorno, oltre a manifestazioni dedicate alle divinita´ afrocubane, gli abitanti del posto ballano la rumba con tanto di scenografie variopinte e vistosissimi costumi. C’è un atmosfera unica, magica, sembra di essere al centro di un antico rito vudù, tra santoni ricoperti da collane fatte di ossa ed ingombranti turbanti in testa e ballerini scatenati di tutte le età che sculettano a ritmo di musica e battiti di mani e di cuori.
Non perdetevi una cena al ristorante La Guarida, occorre prenotare prima altrimenti non troverete posto, è una location storica e bellissima, all’interno di uno dei tanti palazzi decadenti, l’ingresso alle sale allestite con statue sacre, nonché posate d’argento è anticipato da una maestosa scalinata in pietra e dalla terrazza si può gustare un bel mojito ed un panorama indimenticabile.
Un altro ristorante da non perdere è il Paladar San Cristobal, anche qui occorre prenotare prima telefonicamente, sempre nel classico stile cubano, arredamenti coloniali e da museo, ottimo cibo e super coccola finale con tanto di spettacolari Rum e sigari ed una meravigliosa spilla vintage che mi è stata gentilmente regalata come ultima inaspettata e graditissima sorpresa.
Torniamo verso l’Italia non prima di aver acquistato sigari e buon rum, solo presso rivendite ufficiali ed autorizzate, e con la consapevolezza di aver conosciuto persone vere e genuine con tanta voglia di crescere e di guardare oltre l’orizzonte di Cuba, un paese autentico e tradizionale che non ha ancora subìto l’influenza della globalizzazione con tutti i suoi pro ed i suoi contro, un mondo dove potrete girare per le strade di grandi città senza mai imbattervi in un Mc Donald o in un Burger King , ma vi ritroverete sicuramente a ballare la rumba per strada bevendo un mojito appena fatto da un chioschetto ambulante, al sottofondo ormai lontano, al ricordo sfocato del disperato grido alla Revolucion!