Cruda, spietata, esigente a tratti lucente, a tratti oscura.
Una linea sottile che divide il bene dal male, la realtà del sogno, il voler fuggire il più lontano possibile dall’attrazione nel voler rimanere.
Mette letteralmente a nudo persone e sentimenti, i desideri e le paure più inconsce, primordiali.
Un costante velo di nebbia e magia ricopre i ghat e le menti, offusca, confonde.
Vagando tra le luci delle candele e le stelle, i fumi dei crematori, i canti dei pellegrini, le risate chiassose dei ragazzini che fanno tuffi sul Gange, le musiche dei mantra su basi tecno per il Dev Deepawali, la puzza acre di piscio ed il profumo inebriante degli incensi sembra di essere nel mezzo di uno strano sogno.
Si entra in un portale, dove si raggiunge un mondo folle, sconosciuto ai confini della realtà, dall’alba al tramonto preghiere, rituali, cerimonie, folle immerse nelle acque sacre, fiori, panni ad asciugare, preparativi di ogni tipo.
C’è chi dorme, chi si inginocchia, chi prega. donne che si pettinano i lunghi capelli bagnati, bambini che piangono e giocano sulle rive tra la terra e la cenere, uomini dagli sguardi fieri, pensierosi, nostalgici, mendicanti, bramini, devoti, disperati.
Nei vicoli labirintici cani randagi, vacche che occupano il passaggio in mezzo alle vie già strette, scimmie che saltano tra i cavi elettrici, sputi, immondizia, altarini dismessi, ad ogni angolo templi nascosti disarmanti e belli da far mancare il fiato proprio come gli odori forti, che sanno di escrementi, morte, speranza, palo santo, dura realtà. E poi ci siamo noi, anime smarrite tra i suoni di flauti e tamburi, cortei funebri e matrimoni che piangiamo e ridiamo insieme, che vogliamo fuggire e rimanere, urlare e meditare. Varanasi è tutto questo e molto di più. Come in un sogno confuso è difficile trovarne un senso, è difficile uscirne, dimenticarsene o ricordarlo bene.
L’India è intensa. Surreale. Contraddittoria.
Un universo parallelo dove il tempo e lo spazio sembrano sparire
sembrano perdersi tra le rive del Gange insieme ai pensieri, agli attaccamenti materiali e alla ragione.
Sicuramente anche un pezzo del mio cuore si sarà perso in queste acque sporche ma sacre, o tra le strade luride ma profumate, tra le asharam e gli altari, forse è stato preso da un gabbiano e lanciato sull’altra sponda, o riportato a riva da un’onda insieme ai resti dell’ultima Puja, o magari il pezzo del mio cuore è stato trascinato a largo da una barca insieme al corpo di un’anima pura che non è stata bruciata. Ovunque esso sia sicuramente rimarrà qui a vagare insieme a tutto il resto tra le assurdità, le bellezze, i colori, i palazzi fatiscenti, le persone gentili, le speranze, le ombre di Varanasi.
Ma se non ci fossero le tenebre non ci sarebbe neanche la luce.
Un ringraziamento speciale va a Varanasi per avermi fatto vivere senza filtri tutte le mie emozioni anche quelle nascoste più a fondo, quelle che fanno più paura, Grazie per avermele fatte attraversare, affrontare dandomi l’opportunità di guardarle dritte in faccia, di guardarmi negli occhi, allo specchio e riscoprire me stessa e tutti i lati della mia anima, limpidi e torbidi, riflessi nelle acque stesse di Mama Ganga.
Ho riso, ho pianto. Mi sono arrabbiata, commossa, disperata, illuminata. Ho avuto paura, sono stata coraggiosa. Ho provato pena, odio, compassione, disprezzo, amore.
Mi sono persa e ritrovata, odiata e perdonata.
Catapultata nello smog di Delhi, intrappolata nel traffico, tra vicoli troppo stretti ed affollati mi sono poi ritrovata sospesa, come in un limbo, tra gli incensi ed i rituali nei ghat sulle sponde del Gange di Varanasi.
Ho respirato la polvere e la povertà delle strade sterrate di Mathura, camminando incerta tra vacche e pellegrini striscianti.
Ho ballato e cantato nei templi di Vrindavan, sono stata trasportata dalla musica, dalle preghiere e da sudici treni notturni.
Sono stata accolta da sorrisi gentili e devastata da scomode realtà. Disarmata e Grata saluto, disprezzo ed onoro questo luogo tanto dimenticato quanto vicino ad ogni posdibile Dio. Saluto, accolgo, rinnego, ed abbraccio l’India e tutte le indescrivibili emozioni nascoste in essa, racchiuse in me.
Vi sono cento porte per entrare in India, ma nemmeno una per uscirne. – Ferdinand de Lanoye –
Attenta non toccarla. Mi raccomando stanne lontana. Segui il mio consiglio rimani alla larga. Questo e molto di più mi dicevano sull’acqua del Gange. Sono arrivata a Varanasi carica di paure e di pregiudizi, diffidente ma con lo sguardo curioso spesso rivolto verso questo fiume torbido. Un’attrazione quasi magica nel volerlo spiare, tener d’occhio, controllare. Tutta la vita degli abitanti di Varanasi gira intorno ad esso cerimonie, bagni, tuffi, c’è chi ci si immergie completamente, qualcuno ci lava i panni, altri addirittura i denti, molti persino la bevono quest’acqua scura, rinomata per essere tra le più inquinate al mondo. Nel Gange si cresce, nel Gange si muore. Eppure malgrado la sua reputazione pessima, non sembra così minacciosa, non sembra meno sporca di alcune coscienze. Il suo richiamo è forte, come il canto di una sirena, sarà altrettanto pericoloso? o magari si rimane incolumi grazie ad un vero e proprio miracolo o semplicemente per pura fortuna, per puro caso. Sicuramente non se ne rimane indifferenti e prima o poi, malgrado tutte le paure, i consigli, i pregiudizi iniziali, prima o poi si cede, ci si arrende.
Il suo fascino, il suo mistero vanno oltre la razionalità, oltre ogni qualsiasi congettura e ci si lascia andare, il cuore riesce a tradurre la sua lingua antica e sconosciuta alla mente, l’anima la riconosce, la ricorda e si affida, si inchina e si sporge per poter toccare quest’acqua vera, che non mente, per poterla sfiorare anche per un solo attimo così com’è, con tutti i suoi difetti, un solo attimo che diventa eterno e che non potrà mai più essere dimenticato.
Circa duecentocinquanta chilogrammi di legna e tre ore di tempo occorrono per bruciare un corpo. Già…ma servono anche tanta fede, fegato e possibilmente l’acqua sacra del Gange. Si perché esser cremati qui, a Varanasi, è un onore, esser un tutt’uno e tornare tra le braccia primordiali di Mama Ganga è la salvezza dell’Anima che torna alle proprie origini, torna a far parte dell’Universo, dell’Infinito e sono circa trecento le persone che ogni giorno incessantemente dall’alba al tramonto hanno questo privilegio.
Mi avvicino a passo incerto più intimorita che mai al Ghat Harischchandra, enormi pire di legna accatastate ai margini della strada anticipano l’ingresso di questo luogo così sacro quanto blasfemo, così come i pianti disperati di alcune donne abbracciate tra loro sedute su degli scalini lontani dalle fiamme, loro non possono avvicinarsi né assistere, le loro lacrime ed i loro lamenti turberebbero le anime dei defunti e ne limiterebbero l’ascensione.
Sotto la supervisione degli intoccabili, la casta inferiore addetta ai lavori più umili, nonché gestori dei crematori, solitamente è il primogenito maschio a dare inizio alla celebrazione.
Per l’occasione i suoi capelli vengono rasati, è per questo che ci sono tantissime botteghe di barbieri nei dintorni, è lui ad avere il compito di appiccare il primo fuoco, nonché di rompere delicatamente il cranio con un bastone per far innalzare lo spirito in cielo nel caso, durante la cremazione, non si fosse spaccato da solo. Ed è sempre lui ad accompagnare in barca i corpi che non vanno bruciati nelle acque del Gange, i corpi dei bambini perché sono innocenti, delle donne incinte per lo stesso motivo, dei sadhu perché non hanno peccati, dei morti per morso del cobra e dei lebbrosi perché entrambi sono manifestazioni di Shiva, non vengono bruciati, ma si lasciano andare nel Gange, spinti in acqua con una pietra legata al collo o ai piedi per restare giù, nel fondo, tra i misteri ed i pensieri più nascosti ed intimi del sacro fiume.
Sono dei riti solenni, antichi che mi trasmettono tanta serenità. I miei occhi non hanno più timore di guardare, la mia mente accetta, il mio cuore accoglie. Mi pervade un inaspettato senso di pace profonda, non ci sono tensioni, non c’è paura. Intorno a me ci sono molti corpi, tanto fumo, legna, residui bruciati di stoffe colorare sparse dappertutto, capre che mangiano i pezzetti di fiori delle corone rimaste a terra, mucche che annusano l’aria che sa di incenso e carne bruciata, cani randagi che vagano tra le ossa o ciò che resta di esse, è tutto in perfetto equilibrio, tutto molto naturale. Non c’è disagio, solo armonia.
Percorrendola capiamo subito che si tratta della strada che porta verso il ghat principale quello di Manikarnika, dopo solo pochi passi devo spesso accostarmi con la schiena al muro per far passare i cortei funebri, le barelle di legno contornate da fiori variopinti, diretti verso le rive del Gange, sono tantissimi, si insinuano nel traffico, i canti delle preghiere si confondono tra i clacson, i fumi degli incensi si disperdono tra quelli dei tubi di scappamento dei motori, le processioni proseguono dritte, prevaricanti a passo spedito, invadendo gli spazi, i marciapiedi, i pensieri razionali, verso il fiume, verso l’immortalità.
Al Ghat di Manikarnika l’atmosfera è diversa, i riti e le procedure sono gli stessi, ma si respira un’aria più pesante. I visi e gli sguardi degli intoccabili sono più ostili, sembrano non tollerare la presenza dei non locali, non si avverte solamente l’ormai familiare odore del fumo naturale dei corpi, si avvertono altre sostanze che sanno di oppio, disperazione, avversione. Alcuni uomini sono immersi fino alla vita in un’acqua torbida, appiccicosa, nera come la pece, setacciano con una rete in cerca di oro, proprio lì dove il fuoco si è appena spento trai frammenti di storie, ricordi, visi e capelli che ormai non ci sono più e magari di gioielli.
A guardare dritto verso il Gange qui c’è il Tempio di Shiva con la sua Fiamma Eterna, all’interno si sentono tutto il calore, le leggende e l’energia potente, disarmante, destabilizzante di questo luogo senza tempo che lascia letteralmente senza fiato, una mano rugosa mi dà la benedizione accarezzandomi la testa, lasciandomi in fronte un Bindi fatto di cenere, ora dovrei vedere, ora dovrei capire ciò che il mio terzo occhio vorrà mostrarmi.
Sono pronta, mi dico. Ma pronta a che cosa? Alla morte forse? La realtà è che qui a Varanasi si ha la netta percezione della Vita più che della Morte, o meglio la consapevolezza che semplicemente la morte stessa fa parte da sempre della nostra vita, dal giorno stesso in cui veniamo al mondo è parte di noi. Quindi essere Pronti ad Accettarla, Ringraziarla, Celebrarla, Innalzarla al di sopra dei pregiudizi, di ciò che non riusciamo a spiegare come unica certezza, percepirla e riconoscerla come una vera e propria Compagna di Vita.
Essere pronti a convivere con Essa, in Essa, nella maniera più semplice e naturale possibile, integrarla nella nostra ordinarietà tra il negozietto di un barbiere, un ragazzino che gioca a fare i tuffi nell’acqua o una donna che lava i panni nella stessa cenere, sentirla, condividerla tra i canti, i balli le luci, le musiche i fuochi d’artificio, tra preghiere, risate, pianti, affari di famiglia e scene di vita ( e morte ) quotidiana.
Sono pronta a capire questo luogo, a vedere la celebrazione della vita con la morte e più che ad un funerale sembra di essere ad una festa. Una festa di addio, anzi di Unione, di Arrivederci.
Il giorno che temiamo come ultimo è soltanto il nostro compleanno per l’eternità. – Seneca –
Quante volte avrete visto le immagini delle mitiche Piramidi d’Egitto sulle riviste, il fascino della Sfinge al tramonto, la magia di Luxor, la Valle dei Re; è giunto il momento di mettere da parte le pagine sgualcite per aprirne altre, vere, nuove, di vita vissuta. Qui troverete un itinerario fai da te per l’Egitto, non la classica crociera sul Nilo quindi, ma un on the road che sa di libertà e di avventura per visitare il paese in completa autonomia spostandosi con taxi e treni notturni.
il tempio di Phile. Entrata 140 egp + il costo della barca per arrivare al tempio è intorno ai 250 egp andata e ritorno. Il tempio si visita in un’ora e mezza e il vostro barcaiolo sarà ad attendervi all’orario concordato per riportarvi indietro.
Trasferimento notturno in treno prima classe da Luxor a Il Cairo. Partenza da Luxor alle 21, arrivo a Il Cairo alle 6.20 del giorno dopo.
IL CAIRO ULTIMA NOTTE
il quartiere islamico con il bazar e il centro storico antico. Entrata al complesso di edifici Al Mu’izz: 100 egp
la Cittadella. Entrata: 140 egp
il quartiere copto
la Moschea El-Azhar (entrata gratuita), la moschea del Sultano Hassan (entrata 80 egp) e la moschea di Ibn Tulun (entrata gratuita, mancia obbligatoria ai custodi per i soprascarpe)
Avete mai sentito parlare del particolarissima e splendida zona della Cappadocia in Turchia? Vi sembrerà di vivere una autentica favola, potrete godervi il panorama da una mongolfiera, dormire negli hotel scavati tra le rocce e assaporare un’atmosfera surreale, storica dal sapore antico e misterioso.
Di seguito trovate delle info utili per poter organizzare questo magico viaggio, poco impegnativo sia a livello di costi che di tempo, un week end diverso dal solito, un’esperienza unica da provare almeno una volta nella vita.
Il periodo migliore per visitarla è a primavera o estate quando le temperature non sono troppo rigide e le giornate saranno più soleggiate e limpide, perfette per volare in mongolfiera!
Costo totale viaggio 4 notti 750 euro a persona
AEROPORTI: Nevsehir a 20-25 km – Kayseri a 80 km voli costo circa 400 euro a testa da Bologna
CITTA’ di Cappadocia: 2 notti Göreme e 2 notti Urgup
COSA FARE, prenotare un TOUR sul posto giorno per giorno:
Considerate la città di Göreme il punto di partenza del vostro tour
Visita di Mustafapaşa, l’antica Sinasos, città di origine greca, canyon di Soğanlı.
Visita del monastero di Keşlik uno dei posti più belli e la chiesa dell’Arcangelo, la chiesa di Santo Stefano e il refettorio. Tramonto nella Rose Valley.
Volo in mongolfiera, con Voyager Balloons visita al villaggio troglodita di Zelve (abitato fino al 1955), tappa alla Valle dei Camini delle Fate di Paşabağ e alla Valle dell’Amore. Trekking in un circuito ad anello tra la Rose Valley e la Red Valley.
Visita al Museo all’aperto di Göreme (inserito dall’Unesco nel patrimonio dell’Umanità nel 1985) e vicina Chiesa della Fibbia;
canyon di Ihlara dove scorre il fiume Melendiz e passeggiata tra i resti della cattedrale di Selime;
visita della città sotterranea di Derinkuyu che sprofonda,
Due tappe panoramiche sulla cittadella di Uçhisar e sulla Valle dei piccioni.
Avete voglia di un viaggio insolito ed emozionante??? Un on the road tra natura, castelli e leggende??? Qui vi propongo un fantastico itinerario diverso dal solito e non convenzionale per scoprire la misteriosa Transilvania, potrete dormire in luoghi particolarissimi, guidare su strade panoramiche da togliere il fiato e vivere un’esperienza veramente unica e a poco prezzo.
Un on the road in autonomia con la propria automobile che parte dall’Italia, con prima tappa a Budapest fino ad arrivare alla mitica terra del conte Dracula. Tappa imperdibile anche al ritorno… tutti gli alloggi da me selezionati accettano gli animali domestici, se anche voi come me, avrete intenzione di portare con voi il vostro affezionatissimo cane, in questo viaggio senza aerei è fattibilissimo.
9 NOTTI MESE DI OTTOBRE nella stagione di Halloween e del favoloso foliage autunnale.
EscurzioneTUNNEL DELL’AMORE OBREJA 120 km da Hunedoara vicino alla città di Caransebeş, nella Romania occidentale. Il comune di Obreja è composto da quattro villaggi, Ciuta, Iaz, Obreja e Var. Per trovare questo bel posto, è necessario dirigersi verso est sulla strada di campagna DN68 ed essere alla ricerca di una vecchia ferrovia proprio alla periferia del villaggio di Obreja. Questa ferrovia vi guiderà verso un bosco sul lato destro della strada. Per raggiungere il bosco, è necessario prendere un sentiero sterrato, che vi condurrà direttamente alla ferrovia abbandonata e alla sua meravigliosa trasformazione nel bosco.
Ed ora vi propongo un nuovissimo viaggio fai da te per la magica Norvegia, se riesco vorrei andarci quest’estate tra giugno e luglio per poter vivere l’esperienza del sole di mezzanotte, non pochi soldi e giorni da spendervi, ma se si vogliono vivere dei momenti unici e se si vogliono realizzare i propri sogni, ne varrà sempre la pena, sempre.
Un bel Viaggio non ha mai prezzo per me e vale più di altri mille oggetti materiali, quindi se come me, avete voglia di avventura ed incanto leggete le informazioni di questo super on the road alla scoperta della Norvegia, tra Rorbu, laghi, traghetti e fiordi fino al remoto Capo Nord, troverete gli hotel che più mi attraggono e un’idea di itinerario.
VOLO DIRETTO ROMA – BERGEN circa 3 ore 400 euro
15 NOTTI
ITINERARIO: BERGEN 1 NOTTE A BERGEN
BERGEN – OSLO con Norwey In a Nutshell partenza ore 8.43 di mattina da BergenfareSOSTA A FLAM 1 NOTTE A FLAM
OSLO 1 NOTTE
Da OSLO volo ore 15.00 per EVENES -LOFOTEN arrivo ore 16.40 – noleggiare auto
SVOLVAER 170 KM – 1 NOTTE A SVOLVAER
REINE 120 km 2 NOTTI a REINE
SVOLVAER 120 KM – 1 NOTTE A SVOLVAER
SOMMAROY 430 km – 6 ore 1 NOTTE A SOMMAROY ( città senza orologi )
Il guerriero della luce crede. Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere. Poiché ha la certezza che il suo pensiero può modificare la vita, la sua vita comincia a mutare. Poiché è sicuro che incontrerà l’amore, l’amorecompare.
Viaggiare, o meglio non viaggiare ai tempi del covid. Come ben sappiamo purtroppo al momento non è ancora possibile volare oltreoceano per motivi di svago e turismo, quindi nell’assai limitato 2020, nostro malgrado, abbiamo scelto una destinazione tutta italiana e con la mia super fuoristrada Amazzonia, e la mia cagnolina Sisma 😉 , siamo partiti ad ammirare il foliage autunnale del nostro prezioso Trentino.
Come prima tappa abbiamo raggiunto direttamente il lago Tovel prenotando on line tramite la app EasyPark il parcheggio più vicino al lago che è situato a ben 1178 metri di altitudine, all’interno del Parco naturale Adamello Brenta, nello splendido scenario della Val di Non; abbiamo subito intrapreso il sentiero che fa tutto il giro del lago, è comodo, molto scenografico e alla portata di tutti, c’è un punto dove le montagne circostanti si rispecchiano perfettamente nell’acqua che assume mille sfumature dal verde al giallo, all’arancione delle foglie degli alberi tutti intorno. È una passeggiata piacevolissima ed il periodo autunnale è veramente uno dei migliori per il tripudio di colori che fanno da cornice a questo luogo magico. Siamo rimasti un paio di giorni in questa zona, abbiamo girato con la macchina tra le strade contornate dallo splendido foliage ottobrino e dalle coltivazioni delle mele, ci siamo fermati nei pressi del bellissimo Castel Cles immersi tra meleti e vigneti ammaliati dalle mille sfumature di colori accoglienti e caldi che solo l’autunno può donare.
Abbiamo soggiornato in un delizioso hotel stile tirolese immerso nella campagna circostante, tra splendidi prati verdi e pascoli di mucche, l’ Hotel da Rosa, ci siamo trovati veramente molto bene qui, un paradiso immerso nella natura che ci ha deliziato delle specialità locali più golose, dai canederli, allo stufato trentino, ad un fantastico strudel di mele, è stato un ristoro piacevolissimo ci siamo sentiti veramente coccolati. https://hrosa.it/it
L’indomani ho fatto una bella passeggiata rigenerante nel sentiero che parte proprio dal centro del paese chiamato il burrone di Fondo, dove c’è il canyon Rio Sass che sbuca proprio sul lago Smeraldo, un bellissimo bacino d’acqua verde che prende il suo nome dal colore intenso che acquisisce grazie all’immenso bosco circostante, proprio qui nascosto tra gli alberi c’è un piccolo B&B che sembra essere dimora di gnomi e fate e che vi consiglio se siete amanti della tranquillità e dei gatti, il MOLIN DEI MAGHI 3922663598 https://molindeimaghi.business.site/ .
Un altro luogo stupendo immerso nel verde e nella natura è il ponte sospeso “Ragaiolo” per raggiungerlo si passa per la Val di Rabbi un’altra zona molto scenografica tra boschi e ruscelli, si tratta di un percorso affascinante che permette di percorrere i l ponte tibetano sospeso nel vuoto a 1.366 mt sopra le cascate del Rio Ragaiolo, è un’esperienza adrenalinica poco adatta a chi soffre di vertigini! Ma per i più audaci la vista dal ponte è indimenticabile e l’emozione nell’attraversarlo lo è ancora di più.
Prima di cambiare zona abbiamo deciso di intraprendere un piccolo pellegrinaggio, ovvero il cammino Jacopeo D’anaunia, che parte da Sanzeno ( parcheggiate la macchina proprio di fronte al Museo Retico ) e passando attraverso un vero e proprio sentiero nella roccia, arriva al Santuario San Romedio. È un percorso spettacolare di circa 3 km che segue il tracciato di un vecchio canale scavato nella parete rocciosa del canyon, quando si intravede l’eremo su in alto si prova una bell’emozione soprattutto nell’immaginare le storie antiche dei pellegrini che fecero questo stesso percorso. La leggenda narra che San Romedio visse insieme ad un orso e ancora oggi se siete fortunati potrete vedere l’orso Bruno che ovviamente non è lo stesso esemplare, ma un suo lontano parente, che vive nei dintorni del santuario.
A questo punto ci rimettiamo in macchina e cambiando completamente scenario, vedendo le prime montagne candide nonché le strade innevate andiamo verso il lago di Braies. Vi consiglio vivamente di soggiornare presso lo storico hotel LAGO DI BRAIES, un luogo unico dove si respira un’atmosfera antica e nostalgica, la nostra stanza era stupenda, la vista che dava proprio sul lago un’emozione unica ed anche la cucina del ristorante ottima e di qualità. Svegliarsi all’alba, aprire la finestra respirare l’aria pura e sentire il silenzio assordante del lago così solitario anch’esso appena sveglio, dà una sensazione meravigliosa di connessione con tutti i segreti ed i misteri di questo regno incantato. www.lagodibraies.com
Anche al lago di Braies è possibile fare una passeggiata lungo il sentiero che fa tutto il giro, c’era già parecchia neve malgrado fosse solo ottobre ed ogni tanto si scivolava a causa del ghiaccio, quindi è opportuno fare molta attenzione a dove mettere i piedi, ma ne vale assolutamente la pena ed è fattibilissimo, scorgerete degli angoli nascosti stupendi dove le montagne si specchiano nell’acqua cristallina esibendo tutta la loro maestosità e sacrale bellezza.
Un altro posto che mi sento assolutamente di consigliare per la sua splendida posizione isolata e remota immersa tra i boschi e le colline e per la sua atmosfera fiabesca è lo Chalet nel Doc nell’alta Valle del Lozen.
Per raggiungerlo si percorre una fantastica panoramica strada tra i vari passi montani innevati dove abbiamo incontrato anche un piccolo cerbiatto che camminava solitario per strada tanto erano isolate e poco frequentate visto il periodo fuori stagione sciistica, nonché la rigogliosa boscaglia finale all’interno della quale si trova la struttura che è un vero incanto, è completamente immersa nella natura, lontano dal traffico e dalla città, tra i pini, le montagne, ed un allevamento di lama e alpaca simpaticissimi ed addomesticati. Qui abbiamo dormito in una deliziosa casetta di legno proprio di fronte al bosco, abbiamo fatto una passeggiata selvaggia fino al vicino lago di Calaita e ci siamo lasciati coccolare dalla padrona di casa, la signora Clelia, una persona speciale che ci ha accolto calorosamente e ci ha preparato una colazione genuina e speciale con tutti i prodotti tipici locali più buoni. https://www.chaletneldoch.com/
Gli ultimi due giorni li abbiamo dedicati al relax e centri benessere, non si può dire di essersi goduti veramente il Trentino senza aver provato la magia di una piscina d’acqua calda esterna situata nel bel mezzo di montagne innevate o il tepore di una sauna panoramica completamente di vetro situata proprio in mezzo alla foresta, non avremmo potuto chiudere il nostro mini viaggio all’italiana in Trentino nel migliore dei modi, tra un bagno turco, una nuotata all’aperto a -5°c , un bel massaggio e delle deliziose cenette romantiche, il tutto nella meravigliosa cornice delle splendide valli, montagne, macchie e laghi che solo questa piccola, quanto preziosa regione, vi potrà donare.
Lasciamo il Trentino felici di aver scoperto dei nuovi splendidi luoghi nella nostra cara Italia, sicuramente questo periodo di lockdown e restrizioni porterà molti viaggiatori ad apprezzare più da vicino la propria terra e nel caso dell’Italia tutti i tesori pregiati che tutto il mondo ci invidia. Con la speranza di poter presto tornare a vagabondare per il mondo intero con libertà, curiosità e fiducia, nel frattempo cerchiamo di non dimenticare mai ciò che abbiamo davanti ai nostri occhi, vicino a noi, ed apriamo le nostre braccia ed il nostro sguardo agli orizzonti più vicini, saranno proprio loro a mostrarci il cammino e la consapevolezza verso i mondi più lontani, oltre l’infinito.
Il tuo cuore si trova là dove si trova il tuo tesoro. Ed è necessario che il tuo tesoro sia ritrovato affinchè tutto ciò che hai scoperto durante il cammino possa avere un significato. Paulo Coelho
Giubbino pesante, cappello di lana, scarpe comode, abiti eccentrici e particolari.
Libri consigliati
Memorie di una Geisha – Arthur Golden
Nel segno della pecora – Haruki Murakami
Neve – Maxence Fermine
Consigli pratici
Come prima cosa vi consiglio di ordinare il pocket wi-fi per rimanere sempre connessi ad internet, vi sarà utilissimo per rintracciare luoghi, strade anche da percorrere a piedi tramite gps, eventuali ristoranti e soprattutto gli orari dei treni veloci, per quest’ultima informazione vi consiglio di scaricare l’apposita app Hyperdia e di consultarla e studiarla prima in base al vostro itinerario, cercando sempre di intraprendere i viaggi di mattina presto, quindi scegliere le prime partenze per raggiungere prima le destinazioni ed avere quindi più tempo da sfruttare durante il giorno. Il pacchetto wi-fi vi verrà consegnato direttamente al vostro hotel o all’ufficio postale dell’aeroporto di arrivo, potrete ordinarlo tramite l’agenzia Japa Wireless https://www.japan-wireless.com/en
Quindi dovrete prenotare ed acquistare anche il Japan Rail Pass per potervi muovere comodamente con i famosissimi treni veloci giapponesi, potrete scegliere JR pass da 7-14 o 21 giorni, considerate che il costo per una settimana è di circa 240 euro e che con questa tessera saranno compresi tutti i viaggi con mezzi del gruppo JR, la linea Yamanote della metro Tokyo, il Narita Express, alcuni tram e traghetti autobus JR ed i treni proiettile Shinkansen ad eccezione degli Nozomo e Mizuho.
Appena atterrati in aeroporto andate subito ad uno sportello postale o della stazione ed acquistate anche una tessera per la metropolitana di Tokyo, anche qui in base alla vostra permanenza potrete scegliere quella che fa più al caso vostro ci sono tessere da 48 o 72 ore.
Prenotate dall’Italia il noleggio dell’automobile da Kyoto per poter raggiungere le magiche Koyasan e Nara, ricordate che la guida è a destra ed è necessaria la patente internazionale.
Cercate di non ostentare ed esibire troppo eventuali tatuaggi, in Giappone non sono visti benissimo.
Da non perdere
Hanami nei vari parchi di Tokyo
Noleggiare ed indossare un kimono a kyoto
Particpare alla cerimonia del thè di Kyoto
Fare il bagno caldo in Onsan
Assistere ad uno spettacolo del Robot Restaurant di Tokyo
Cantare al karaoke
Dormire in futon in un caratteristico ryokan
Dormire in un tempio buddista a Koyasan
Accarezzare un cervo di Nara
Guardare le pubblicità giapponesi in Tv
Itinerario
Tokyo
Hakone
Kyoto
Koyasan
Nara
Kyoto
Miyajima
Hiroshima
Kyoto
Viaggio
Atterrati all’eroporto di Narita appena ritirato pocket wifi ed acquistata la tessera della metro, abbiamo prenotato il biglietto allo sportello e preso subito il treno Narita Express, compreso nel nostro JR pass per raggiungere il centro di Tokyo, il nostro hotel dove saremo rimasti 5 notti è nel quartiere Kabukicho, vicino Shinjuku. Abbiamo scelto questa zona in quanto molto popolare e storica, siamo nella zona dei locali notturni, localetti, pub, e lo street food tra le viette di Omoide Yokocho un’area dove si trovano ristorantini stile nipponico in un’atmosfera retrò che porta indietro nel tempo. Appena usciti passeggiando ci siamo subito resi conto del clima parecchio freddo che inizialmente ci ha presi alla sprovvista, per fortuna eravamo vestiti pesanti, ci siamo subito addentrati tra le viuzze del vecchio quartiere stracolme di strettissimi localetti dove si mangiano spiedini di mille tipi direttamente a bancone, questi ambienti sono frequentati soprattutto da uomini d’affari locali che si fermano a mangiare e bere qualcosa dopo il lavoro, alcuni non ci hanno permesso di entrare, ma ne abbiamo trovato uno che ci ha accolto e dove abbiamo potuto smangiucchiare qualcosa tra gli altissimi fumi di fornelli in cucinini improbabili. Girovagando per la zona rossa è facile imbattersi nelle numerosissime e folli sale da gioco dove troverete centinaia di giapponesi intenti a fumare una sigaretta dopo l’altra e a manovrare slot machine e video poker rumorosissimi, tra musica disco dance assordante a tutto volume, mi raccomando entrate e fatevi un giro veloce, ne uscirete con un mal di testa incredibile, ma ridendo a crepapelle.
Non mancherete di vedere neanche mega King Kong e Godzilla appesi sui grattacieli tra le vie di Kabukicho, né di ascoltare megafoni per le vie del centro che urlano, ridacchiano ed esclamano vivaci frasi in un giapponese per noi incomprensibile. Vi imbatterete sicuramente in capsule e love hotel dove si possono affittare camere ad ore, se avete la curiosità di passare una notte particolare con il vostro partner vi consiglio il love hotel SARA KAWAGOE è un po’ fuori mano, ma si raggiunge in metro e sarà un’opportunità per vedere nuovi quartieri della città, è un love hotel molto bello, ogni stanza a tema coloratissima ed originale, occorre prenotare qualche mese prima altrimenti non troverete posto https://sara-kawagoe.jp/
Assolutamente da non perdere lo spettacolo dissennato al Robot Restaurant, prenotate un tavolo con drink e snack tramite il loro sito ufficiale http://www.shinjuku-robot.com/pc/ ed assisterete ad un vero e proprio delirio giapponese! Luci, balletti, mega robot, musica assurda, rappresentazioni anime, travestimenti, scenografie coloratissime sarà come essere all’interno di un vero e proprio cartone animato, tra draghi, mostri, e altre decine di personaggi e creature fantastiche e soprattutto enormi.
Non perdetevi inoltre una serata di Karaoke al Pasela, riservate per un’ora o più una stanzetta privata dove potrete cantare a squarciagola persino qualche canzone italiana di Celentano, sarà super divertente, potrete mettervi comodi, togliervi le scarpe, indossare delle morbide pantofole che saranno lì a vostra disposizione, bere sakè ed ordinare dal telefono i loro fantastici mega toast al gelato e frutta che vi verranno serviti all’interno della vostra saletta, un’esperienza unica, assurda e veramente esilarante! Se ci ripenso ho ancora le lacrime agli occhi dalle risate.
Se volete mangiare del buon tonno non perdetevi una cena al ristorante Meguroshoten, occorre prenotare prima, passerete una serata divertentissima dove potrete assistere al taglio di un gigantesco tonno con tanto di racconto commentato ( ovviamente in giapponese ) passo passo al microfono, applausi e cori e dove potrete gustare cibo di ottima qualità .https://maguro-shoten.favy.jp/
Un altro ristorante stupendo che vi consiglio è il Rokkasen dove potrete mangiare ottimo kobe all you can it in uno sfondo elegantissimo, all’ultimo piano di un grattacielo con una vista meravigliosa in un ambiente veramente caratteristico, una cosa curiosa per noi occidentali è trovare queste salette intime nei ristoranti, chiuse con delle tende, mangiare spesso seduti per terra e sempre scalzi, solitamente al momento di togliervi le scarpe vi saranno date da indossare delle ciabatte marroni di pelle per girare all’interno del locale.
Per gli amanti come me di Quentin Tarantino, nel quartiere Ropponghi sempre raggiungibile in metropolitana, potete cenare al ristorante Gonpachi dove hanno girato la scena del combattimento di Beatrix con gli 88 folli di Kill Bill, anche qui è opportuno prenotare prima altrimenti rischierete di non trovare posto https://gonpachi.jp/nishi-azabu/ , uscendo dal ristorante mentre camminando tornavamo verso la fermata della metro ci siamo casualmente imbattuti in un cimitero stupendo, di notte ancora più suggestivo chiamato Aoyama, un luogo molto affascinante ricco di energia, con delle solenni e antiche tombe di pietra bellissime, il tutto circondato da meravigliosi ciliegi in fiore, abbiamo passeggiato all’interno attraversando le lapidi e gli alberi e siamo stati pervasi da una pacifica sensazione di benessere che ci ha accompagnato per tutta la serata.
Poco distante dal nostro hotel c’è anche il frenetico quartiere di Shibuya, la cui fermata della metropolitana è una delle più affollate di Tokyo e la cosa bella è che, malgrado sia frequentata da migliaia di persone, non si urta mai nessuno e sembra regnare una costante e surreale calma e compostezza, proprio come il silenzio nelle strade trafficate della zona, essendo praticamente tutte elettriche le automobili che le percorrono è inverosimile camminare per strada e non udire il solito fastidioso frastuono urbano; d’obbligo attraversare a piedi l’immenso incrocio di Shibuya noto per le sue strisce pedonali che si intersecano tra loro ed una delle quali attraversa in diagonale il centro dell’incrocio stesso. In questa zona c’è anche il visionario Kawaii Monster Cafe Harajuku, un bar eccentrico e coloratissimo dove le cameriere sono tutte travestite stile fumetto e dove incontrerete unicorni glitterati giganti ed altri animali fantastici, ecco qui dove potete trovarli: http://kawaiimonster.jp/
Per ammirare la skyline notturna consiglio di andare al metropolitan government building, sempre in zona Shibuya.
Un altro quartiere molto originale e glamour è Harajuku, ci sono diversi negozietti di manga ed anime e potreste facilmente incontrare i personaggi più nerd e bizzarri di Tokyo i cosiddetti Cosplay, ovvero ragazzi che, specialmente la domenica, si travestono ed indossano costumi stravaganti, se ne avete voglia vi consiglio di andare anche voi vestiti in modo eccentrico ed estroso per girovagare tra le vie di questa zona, vi divertirete da morire e non vi sentirete di certo fuori posto, anzi.
Mettete la sveglia presto e recatevi all’alba al mercato del pesce di Tsukiji fatevi un giro tra le bancarelle, a quest’ora i ritmi sono molto più lenti e rilassati e ci sono meno turisti la maggior parte delle poche persone che incontrerete sarà gente del posto che va a fare la spesa, nell’aria si sentiranno i profumi delle prime zuppe messe su a cuocere nei banchetti dello street food e se siete fortunati vi capiterà di vedere tonni giganti appoggiati sui banchiancora da tagliaree mi raccomando acquistate del buon pesce fresco da asporto, io ho scelto del sashimi di tonno e pesce spada confezionato in vaschette di plastica per il mio pc-nic a parco Ueno.
Siamo ai primi di aprile e durante questo magico periodo primaverile in tutto il Giappone si festeggia l’Hanami ovvero la fioritura dei sakura, i ciliegi, una tradizione antica più di un millennio, in questo periodo nei parchi più famosi tutti i giapponesi, gruppi di amici, famiglie intere si riuniscono per ammirare insieme la fioritura, troverete parecchi gruppi di vecchietti a giocare a carte a chiacchierare, facendo dei pic nic sotto gli alberi tra i petali rosa, tutti accomodati su delle enormi coperte di plastica azzurre.
Il momento del petalo che si stacca dal ramo e cade a terra è un attimo sacro, il tempo sembra scorrere più lento e la malinconia che evoca è la metafora della vita, il ciclo naturale della morte.
Una leggenda narra che ogni fiore di ciliegio ha un colore diverso, sotto ad ogni albero di ciliegio giace lo spirito di un guerriero e più il fiore è di un colore acceso, più il guerriero era valoroso, nei parchi di Tokyo potrete apprezzare migliaia di alberi e di fiori dalle diverse sfumature del bianco, rosa e magenta, i tappeti di petali che si formano a terra sembrano infiniti e sembrano indicare un percorso magico verso mondi incantati e segreti.
Abbiamo acquistato anche noi la nostra coperta-tovaglia azzurra nelle numerosissime bancarelle che le vendono, insieme a i bonsai, ventagli e tante altre deliziose cianfrusaglie giapponesi, abbiamo raggiunto parco Ueno ed abbiamo scelto il nostro albero di ciliegio preferito, o meglio lui ha scelto noi, per sederci sotto di esso e goderci lo scenario splendido unico al mondo, emozionante, favoloso e fare il nostro pic nic con il pesce e le fragole fresche appena acquistati al mercato, il kit-kat e la coca cola sempre alla fragola nelle loro edizioni limitte introvabili appositamente dedicate all’Hanami.
Altro luoghi straordinari dove poter godere a pieno lo spettacolo naturale dell’Hanami sono il parco Shinjuku gyoen uno dei più grandi e romantici, immerso in migliaia di specie diversi di ciliegi in fiore, nel cinguettio degli uccelli, boschetti tranquilli e giardini tradizionali giapponesi, un vero paradiso terrestre dove grazie a degli altoparlanti sotto fondo si sente anche una soave musica che rende tutto ancora più suggestivo, sembra di sentire il canto dei ciliegi, la voce dell’Hanami che prende vita. C’è poi il parco Inokashira, dove potrete passeggiare nei pressi del lago e la sorgente del fiume Kanda sempre inebriati dal profumo inconfondibile dei fiori di ciliegio e dove potrete fare un giro del lago con i buffi pedalo a forma di cigno, un punto panoramico speciale dove potrete contemplare il pittoresco contrasto degli austeri grattacieli circondati dai dolci alberi fioriti.
Un altro punto perfetto per ammirare l’esplosione della magica primavera giapponese è il distretto Nakameguro con i sentieri che fiancheggiano il fiume e dove i rami dei ciliegi in fiore formano dei suggestivi tunnel, i negozietti locali vendono libri d’arte, birre artigianali e ci sono degli ottimi bistrò tradizionali giapponesi dove poter mangiare qualcosa sotto l’ombra dolce dei fiori.
Infine prima di lasciare Tokyo facciamo un giro nel vecchio quartiere Asakusa, dove si trovano il bellissimo tempio Senso-ji, negozietti di artigianato e parecchie ragazze che indossano il tradizionale kimono anch’esso rigorosamente floreale a tema con la moltitudine di ciliegi che si possono trovare anche qui.
A questo punto lasciamo Tokyo, in stazione prima di salire in treno acquistiamo il classico bento, ovvero un contenitore con una porzione di pasto tradizionale giapponese da poter gustare durante il viaggio, ne troverete decine di tipi diversi e non saprete quale scegliere per il vostro fantastico pranzetto in treno, io ho optato per un coloratissimo bento di Hello Kitty, perfetto direi per raggiungere la nostra prossima meta, la città di Hakone.
Il viaggio con i treni veloci è comodissimo e molto piacevole, permette di raggiungere città parecchie distanti tra loro in poco tempo e di godersi almeno un po’ la vista dal finestrino, resterete stupiti dalla pulizia dei mezzi, dai treni alla metropolitana e dei loro servizi igienici e piacevolmente sorpresi anche dalla gentilezza disarmante dei controllori che prima di abbandonare la vostra carrozza uscendo e girandovi le spalle vi faranno un piccolo elegantissimo inchino. Col passare dei giorni vi abituerete alla gentilezza, all’umiltà di questo splendido popolo, ma inizialmente proverete un enorme senso di tenerezza e forse anche un po’ di disagio ad ogni loro semplice gesto nonché inchino, ma sarà una delle cose che apprezzerete e che vi mancherà di più del Giappone, la loro finezza e la loro innata signorilità.
Appena arrivati ad Hakone abbiamo subito respirato un’aria diversa, di montagna, ritmi molto più lenti e rilassati, tanta natura e tanto verde, non riuscivamo a trovare il nostro ryokan perché tutte le scritte erano solamente in giapponese, non so come siamo riusciti a farci capire da una meravigliosa vecchietta che con ai piedi dei tradizionali zoccoletti ci ha accompagnato per un piccolo tratto di strada, per poi farci tagliare in una foresta di bamboo che sarebbe dovuta essere una scorciatoia, è così che con gli zaini in spalla più grandi di noi, tutti spettinati siamo spuntati fuori da una boscaglia selvaggia tutti trafelati ed infangati ed è stato divertentissimo vedere le facce stupefatte delle persone che ci hanno visto sbucare da lì stile Indiana Jones!
Il nostro ryokan Senkei Yamagaso un vero è proprio sogno ad occhi aperti, un paradiso terrestre immerso in un giardino zen, con tanto di Onsen, ciliegi in fiore e vari piccoli ruscelli, avevamo a disposizione un ampio spazio con tanto di soggiorno con tavolinetto a terra dove ci è stato servito il sakè ed il thè, un bagno ed una camera con il classico futon giapponese, ovvero il letto a terra comodissimo e morbidissimo, un ambiente molto caratteristico e suggestivo, i pavimenti formati da tatami, le rifiniture interne in legno e la vista sullo splendido giardino.
Ad Hakone abbiamo fatto il classico giro che permette di vedere tutte le bellezze della città in un modo alquanto originale, come prima cosa abbiamo preso il caratteristico treno della linea Tozan, un’antica rete ferroviaria che passa attraverso il bosco e regala scenari da favola, che ci ha portato fino a Gora, da qui abbiamo raggiunto Sounzan con una ripidissima funicolare sempre tra le boscaglie, poi con la funivia siamo andati verso Togendai passando per la zona vulcanica Owakudani, dove ci sono vapori sulfurei attivi e dove si possono trovare le uova nere di Kuro Tamago, la leggenda narra che sono delle uova magiche e che mangiarle allunghi la vita di 7 anni.
Infine con un altro insolito affascinante mezzo, un vero e proprio vascello di pirati del diciottesimo secolo, abbiamo fatto una crociera sul lago Ashi, sullo sfondo del monte Fuji, siamo arrivati all’altra sponda dove c’è il magnifico torii rosso nell’acqua e dove abbiamo visitato il santuario di Hakone, uno splendido tempio circondato dal bosco e da stupendi antichissimi alberi millenari.
La sera siamo usciti a piedi e passeggiato per le romantiche viette del paese con tanti localetti tipici dove gustare del buon ramen fatto in casa.
Lasciamo Hakone alle prime dolci luci dell’alba, l’atmosfera intorno a noi è veramente coinvolgente, la natura che si risveglia piano piano insieme a noi, il profumo intenso della terra e dell’erba umida ci accompagnano fino alla stazione dove prendiamo un altro super treno veloce per Kyoto. Per muoverci in città inizialmente abbiamo avuto qualche piccola difficoltà in quanto è troppo grande da girare a piedi come Hakone e la metropolitana non è collegata benissimo come quella di Tokyo, il mezzo più indicato è senza dubbio l’autobus ed è lo stesso utilizzato anche dai suoi abitanti, quindi erano sempre stracolmi e ci è voluto un po’ per capire il meccanismo dei vari giri e fermate. Kyoto è una città storica, tradizionale, famosa per il numerosi templi classici buddisti, i palazzi imperiali, le case di legno tradizionali, i santuari e poi loro…le affascinanti geishe.
Come prima cosa siamo andati a ritirare il nostro kimono che avevamo precedentemente prenotato alla favolosa sartoria Yume https://yumekyoto-kimono.com/en/ proprio di fronte il nostro hotel, qui abbiamo potuto scegliere tra centinaia di stoffe colorate e fantasie floreali, dopo di che c’è stata la scrupolosa vestizione da mani esperte che ci hanno cucito addosso e alla perfezione, con una tecnica specifica, il nostro Kimono personalizzato con cui avremo orgogliosamente girato per le vie della città.
I templi che abbiamo visitato sono veramente molto belli e tantissimi, ognuno di loro lascia dentro un ricordo indelebile, un’immagine da cartolina; il tempio Tenryuji immerso in un gigantesco giardino zen ed il paesaggio montano di Arashiyama con la sua meravigliosa foresta di bamboo, il tempio Kiyomizu-dera anch’esso all’interno in una splendida cornice di alberi di acero e ciliegi fioriti con le sue enormi pagode rosse, il tesoro di Sanjusangen-do con le sue mille statue perfettamente allineate e protette da ben 28 divinità dalle facce talmente inquietanti da incutere il giusto timore da far si che non si facciano video né foto come da istruzioni.
E poi ancora il fantastico tempio dorato Rukuon-ji con il suo giardino zen buddista Ryoanji, qui abbiamo assistito alla tradizionale cerimonia del thè nella sala di Camelia, un rito spirituale che va molto al di là del semplice consumo di una tazza di tè, ma ha regole ben precise, è una rappresentazione che ha origini millenarie, nata nei monasteri buddisti per aiutare i monaci nella ricerca interiore di sé; è stato un momento molto intimo ed emozionante, il thè mtacha dal colore verde giada che ci è stato preparato ha un sapore vivido, appassionato e racchiude tutta la storia e la memoria di questo antico rituale. https://tea-kyoto.com/
Infine il suggestivo santuario di Fushimi Inari che colpisce dritto al cuore, con i suoi famosissimi torii rossi, i portali sacri, che scorrono tra sentieri nascosti nei boschi che si trasformano in luoghi protetti, dove il cielo scompare ed è più facile pregare e sentirsi soli in pace e liberare la mente, il percorso che arriva alla cima della collina è di circa 2 ore e vi consiglio vivamente di partire la mattina presto ed avventurarvi in questo mistico cammino personale alla scoperta di sé.
Quando cala la notte Kyoto si fa ancora più affascinante, i ciliegi in fiore illuminati sono veramente magici, il quartiere Gion, la sera è ancora più suggestivo e misterioso, se siete fortunati potete intravedere una vera Geisha che attraversa di corsa la strada, sono molto schive e non è affatto facile incontrarle.
Da Kyoto abbiamo noleggiato una macchina per andare a Koyasan e dormire in un tempio buddista, la strada che porta in questo luogo meraviglioso è insidiosa, non è facile imboccare la via giusta, inizialmente anche il gps porta in una via sterrata, pericolosa senza protezione, ai margini di un burrone, abbiamo sbagliato più volte, facevamo il girotondo, ritrovandoci sempre al punto di partenza; sembra rappresentare la metafora della vita, spesso si vaga senza meta, si cerca e non si trova, finchè ad un certo punto, quando si smette di perseguire con accanimento un qualcosa, questo arriva da te ed infatti dopo più di un’ora, senza capire ancora come, finalmente siamo riusciti a prendere il percorso giusto, tra meravigliosi paesaggi montani giapponesi e panorami stupendi che ci avrebbe portato in questo luogo sacro.
Ad un tratto abbiamo intravisto una statua gigantesca di un guardiano con il viso spaventoso, abbiamo fermato la macchina e siamo scesi…ci siamo trovati davanti un tempio remoto, solitario, antichissimo e maestoso e dietro di esso iniziava un magico sentiero di torii celato tra gli alberi, che proseguiva all’interno del bosco selvaggio, i cancelli sempre rossi e di legno che così segnati dal tempo, sciupati, un po’ scoloriti erano ancora più solenni.
Proseguiamo e finalmente arriviamo al tempio che ci avrebbe ospitato per la notte, i monaci sono stati gentilissimi, la nostra stanza umile stile ryokan aveva una vista meravigliosa sulle colline circostanti, ci è stata servita una tipica cena vegana molto buona, abbiamo visitato di notte il mistico cimitero buddista ed è stata un’emozione indescrivibile, per la notte abbiamo dormito in caldi e soffici futon. Abbiamo inoltre fatto meditazione ed assistito alla cerimonia del fuoco all’alba, a cui i monaci ci hanno gentilmente permesso di partecipare, sono stati bruciati dei bastoncini di legno con su scritti i nostri desideri e le cose che volevamo abbandonare. Prima di lasciare questo luogo incantato abbiamo visitato anche il complesso di templi di Koyasan, tra pagode rosse, santuari di legno e foreste di altissimi pini che emanavano il loro inconfondibile inebriante profumo.
Riprendiamo la macchina e prima di tornare a Kyoto facciamo una tappa a Nara per visitare il favoloso parco pubblico da dove si raggiunge a piedi il grande tempio orientale di Todai-ji tutto completamente in legno, con la sua statua del budda di bronzo, una tra le più grandi del mondo.
Ritrovandosi a passeggiare nel parco tra i ciliegi fioriti ed i cervi la città di Nara è un altro dei tanti sogni ad occhi aperti del Giappone, un vero e proprio dipinto, gli alberi in fiore sono tantissimi ed ancora di più lo sono i cerbiatti che ti girano intorno e che si fanno tranquillamente accarezzare talmente sono abituati a prendere coccole da tutti.
Rientriamo quindi a Kyoto per gli ultimi giorni di questo fantastico viaggio e da qui prendiamo un altro treno per Hiroshima, ma prima ci fermiamo alla vicina Miyajima.
Appena usciamo dalla stazione andiamo verso il vicinissimo porto e prendiamo il traghetto, compreso tra l’altro nel nostro JR pass, per raggiungere l’isola. Il tragitto dura circa mezz’ora e appena toccata terra la prima cosa che salta all’occhio è il grande malinconico torii in mezzo all’acqua. L’isola è veramente un gioiellino, molto frequentata da turisti giapponesi, ci sono parecchi negozietti che vendono souvenirs e ristorantini tipici dove si possono gustare le famose ostriche tanto rinomate in questa zona che vengono cotte alla griglia, c’è il Tempio Daisho-In che sorge ai piedi del monte Misen immerso nella quiete della foresta e la pagoda Tahoto circondata anch’essa da splendidi ciliegi in fiori e cervi, si anche in questa tranquilla isola infatti vivono indisturbati centinaia di dolcissimi esemplari.
Raggiungiamo Hiroshima dal porto di Miyajima con un tram locale, fa strano pensare che questa città così bella, all’avanguardia sia rinata più forte di prima dopo una così terribile e recente catastrofe, evento impossibile da dimenticare, soprattutto alla testimoniante vista del Bomb Dome, uno dei pochi edifici rimasti in piedi dopo lo scoppio della bomba, oggi patrimonio dell’Unesco, una vista che provoca sgomento ed impotenza, proprio come il museo della Pace, della memoria, una visita commovente, straziante per non dimenticare mai lo spettro della guerra e della malvagità umana.
Finisce così il nostro viaggio nella terra del sol levante, che ci ha accompagnato tra i suoi splendidi panorami, la danza silenziosa dei petali che cadono, la voce degli antenati che riecheggiano tra portali rossi, il canto quieto del vento tra le foreste di bamboo….ci mancherà la sana follia giapponese, ci mancheranno persino i vasi dei wc parlanti e tutti illuminati da luci led colorate, nonché i cartelli nei bagni con gli assurdi divieti di montare in piedi sopra i vari servizi igienici….avremo nostalgia di questo popolo fiero e buono, della loro gentilezza, i loro sguardi profondi e taciturni, i loro sorrisi timidi e premurosi, la loro malinconica allegria, le loro strampalate rispettabilissime abitudini che ci hanno fatto così tanto divertire , giocare, ringiovanire.
Sayonara magico Giappone e che sia un Arrivederci e non un addio!
L’Olanda è un paese bellissimo, un paese a cui sono particolarmente affezionata, da qui nascono le mie origini, le mie radici, la mia nonna materna infatti è olandese e mia madre stessa è nata nei Paesi Bassi, perciò è un luogo che sento molto vicino a me, che apprezzo considerevolmente e che amo visitare spesso.
L’Olanda è un paese piccolo che si può tranquillamente girare in autonomia con la propria macchina ed è proprio questo il mio consiglio per visitarla e viverla al meglio, i voli su Eindhoven sono molto meno cari di quelli su Amsterdam, quindi per cercare di risparmiare l’ideale sarebbe noleggiare il mezzo all’aeroporto di Eindhoven, affittare una bella casetta magari con giardino tramite il sito Airbnb e rimanere come base strategica e punto di riferimento in una città abbastanza centrale in modo da accorciare le varie distanze da nord a sud durante i vari spostamenti che farete. La mia scelta ricade sempre su Gorinchem, un paesetto delizioso sul mare, un’antica città fortificata, dove potrete ammirare anche una spiaggetta, le caratteristiche case ad arca ubicate sui canali, il tipico centro storico, sorseggiare una buona birra in un caratteristico pub ed è anche il paese dove abita la mia cara famiglia olandese, per me sempre un vero piacere poter passare un po’ di tempo insieme a loro. Ma ecco le dieci cose consigliate diverse dal solito e più interessanti da poter fare in Olanda e mi raccomando qualsiasi cosa facciate, qualsiasi via attraversiate prestate sempre la massima attenzione alle centinaia di biciclette che spunteranno da ogni lato della strada anche nelle peggiori giornate di pioggia torrenziale.
1 – Girare per le trasgressive vie del quartiere a luci rosse di Amsterdam, buttar l’occhio nelle caratteristiche vetrine che espongono le varie signorine semi nude e perché no provare l’esperienza di gustare una tisana alla marijuana in uno dei tanti coffee shop della città;
2 – Visitare il Van Gogh ed il Rijksmuseum di Amsterdam;
3 – Visitare il centro storico di Utrecht con le sue vie ciottolate, i suoi canali alberati, le sue graziose casette dalle tendine di pizzo a coprire i vetri delle finestre che non hanno serrande né persiane da chiudere, vi ritroverete spesso vostro malgrado a sbirciare scene quotidiane dai salotti altrui attraverso le vetrate;
4 – Visitare l’adorabile villaggio di pescatori di Volendam, passeggiare per il vecchio porto e vestirsi con gli abiti d’epoca facendosi fare una fantastica foto ricordo sullo sfondo di raffigurazioni tradizionali di dipinti famosi;
5 – Visitare il magico villaggio dei mulini a vento di Kinderdijk , patrimonio mondiale dell’Unesco, dove il tempo si è fermato al XVII secolo, qui potrete noleggiare una bicicletta e pedalare spensierati accarezzati dal vento, tra vallate, colline, corsi d’acqua, campi di grano e decine di mulini ancora funzionanti;
6 – Visitare il parco dei tulipani Kuekenhof a primavera, nel periodo che va da fine marzo a metà maggio per la fioritura dei bulbi, passeggiare inebriati tra i vivacissimi colori di migliaia di fiori stupendi, perdersi tra i giardini incantati e profumati, fare un giro con l’imbarcazione che vi porterà a vedere i più bei campi di tulipani del paese. https://keukenhof.nl/en/
7 – Visitare l’insolita Giethoorn, detta anche la piccola Venezia, ovvero un paese fiabesco, quasi interamente pedonalizzato, famoso per i canali e le antiche abitazioni dal tetto di paglia, qui potrete noleggiare una barca a motore molto semplice da guidare e potrete percorrere le vie più nascoste, insinuarvi tra i cortili ed i giardinetti delle abitazioni dove troverete parcheggiata fuori dai garage una barchetta anziché la solita automobile, è veramente un posto incantato che vi lascerà un grande senso di pace e tranquillità nel cuore.
8 – Partecipare alla surreale festa in maschera Elfia che si tiene due volte l’anno ad aprile e a settembre nello sfondo di castelli da favola, tra fate, boschi incantati, folletti ed ogni altro tipo di personaggio straordinario degno delle più fantastiche visioni dei vostri più incantevoli sogni https://www.elfia.com/en/ (*approfondimento Elfia nella sezione Festival dal Mondo* );
9 – Mangiare i prodotti tipici olandesi più buoni come il formaggio commissiekaas dall’inconfondibile colore arancione vivace, le Frikandel ovvero dei salsicciotti di carne di vitello fritti dal gusto molto intenso e gustoso, i meravigliosi biscotti Stroopwarfel ripieni di caramello e cannella.
10 – Girovagare senza meta lasciandosi trasportare dal piacere e dal relax delle verdi campagne fiorite di Gorinchem e dintorni, prendere la macchina e guidare per ore tra i pascoli di belle e grasse mucche bianche e nere rilassate sotto il sole, i casolari rustici, i campi coltivati e di tanto in tanto sorridere al malinconico incontro di qualche mulino a vento solitario.
Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono dei ripari e altri costruiscono dei mulini a vento.