Queste tre cose mi rimarranno per sempre impresse della magica Bali, l’alone di mistero che si diffonde silenzioso tra le pietre dei tempi, nella nebbia mattutina alle pendici dei vulcani, nascosto tra le lussureggianti e verdi colline e le sconfinate risaie smeraldo.
Il profumo di incenso che ti accompagna sempre, tutto il giorno, per la strada, tra la gente, in mezzo al traffico… in silenzio, in preghiera, nella confusione, il profumo dei fiori freschi è lì, c’è sempre e si mescola a quello dolce del curry, delle cucine a quello aspro di benzina, a quello pungente dello scarico delle marmitte e dà sollievo, benessere, pace.

I sorrisi splendenti dei bambini che corrono scalzi tra le pozzanghere, i sorrisi rugosi degli anziani che con le ceste in testa si dirigono verso i loro piccoli altarini per la benedizione giornaliera, i sorrisi della gente che incroci per strada che non mancano mai, quei sorrisi che sono sempre dietro l’angolo ad augurarti una bella giornata.
E poi ci sono loro, indiscusse protagoniste del tempio Monkey Forest ad Ubud,le innumerevoli scimmie che ti girano intorno, giocano e ti guardano curiose, è stato un vero piacere rincontrarle anche al tempio di Uluwatu, a picco sulla montagna in mezzo all’oceano, un splendore, un panorama mozzafiato, come quello del tempio di Tanah Lot altrettanto affascinante tra le onde spumeggianti e le rocce eterne.
I templi…. Quanti ce ne sono a Bali di tempi…. Passegiando per Ubud puoi scoprirli ad ogni angolo di strada, ad ogni giardino privato, in ogni piccola via della città, sulle rotonde sparti traffico….
Ogni casa, negozietto, garage, officina meccanica, albergo, benzinaio ha il suo piccolo tempio addobbato di fiori freschi ed incensi profumati, ogni palazzo ne ha uno più grande, maestoso, pieno di statue, animali esotici, pappagalli, uccelli e colori e segreti… Al Tirta Empul temple non mancano cerimonie, non mancano i devoti inginocchiati che suonano musiche dolci, delicate, che intonano canti sussurrati appena pronunciati, decido anche io di effettuare il loro rituale di benedizione di buon auspicio e buona sorte e mi immergo tra le fonti, facendo scorrere l’acqua fresca sopra la nuca, mani congiunte occhi chiusi, un’emozione unica, mi sento purificata e felice.

Al palazzo reale di sera mi rilasso e mi godo le suggestive danze locali, i trucchi i costumi, i suoni e le melodie mi inebriano e mi incantano.
A pochi chilometri da Ubud, ci sono altri tempi lì ad aspettarmi ed io non mi faccio di certo attendere…. Il Pura Ulun Danu Bratan che si specchia nel suo stesso lago, il Pura Ulun Danu Batur con le sue statue di draghi e sirene e colori vivacissimi e poi ancora il Pura Besakih, con la sua scalinata che s’alza verso il cielo e sembra infinita come la processione dei fedeli che scendono sereni i gradini dopo le loro preziose celebrazioni.
Mi godo il tramonto alla spiaggia di Jimbaran, i chioschetti si preparano alla serata, allestendo i tavoli in riva al mare per la cena, il buon odore di pesce grigliato appena pescato si infrange nell’aria; mi accomodo con lo sguardo rivolto al mare ramato, piedi nell’acqua mi gusto il mio pasto ed il mio orizzonte disarmante.

L’ultimo giorno ad Ubud lo passo tra i mercatini tradizionali locali, tra maschere, facce, fumi, odori, tessuti, frutta, saponi….
Ultima tappa dell’indomani la spiaggia di Lovina: l’uscita in barca all’alba per avvistare i delfini, la magia dello yoga al tramonto, il tempio Buddista di con i suoi monaci sorridenti e la sua energia positiva che mi ha riaccompagnata a casa per tutto il lungo viaggio di ritorno.


Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre: “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.
(Charles Baudelaire)