Cuba on the road

voli IBERIA – periodo NOVEMBRE, DICEMBRE

Cosa mettere in valigia

Oltre al classico abbigliamento leggero da mare, anche una scarpa da tennis chiusa e qualche pantalone lungo per la sera o per andare a cavallo.

Portate sempre con voi una felpa da indossare in taxi per coprirvi dal freddo dell’aria condizionata.

Medicine classiche varie tipo tachipirina, aspirina o altre di cui solitamente potreste avere bisogno.

Spray antizanzare per mosquitos esotici.

Crema protettrice sole e dopo sole.

*Consiglio tutto al femminile:  assorbenti igienici, a me è capitato il ciclo mestruale in viaggio, ho avuto parecchie difficoltà a trovare una farmacia ed una volta trovata gli assorbenti che si trovano là sono molto diversi dai nostri e non aggiungo altro 😉

Libri consigliati

Non sono dei libri ambientati a Cuba, ma secondo me riportano ad un’atmosfera che odora dei luoghi che percorrerete e della gente che incontrerete…

Cent’anni di solitudine Gabriel García Márquez

Ernest Hemingway – Il vecchio e il mare

La casa degli amori impossibili – Cristina López Barrio

Poi ovvio c’è sempre il diario di Ernesto Che Guevara 🙂

Consigli pratici

Il nostro viaggio a Cuba è stato all’insegna dell’on the road, molto all’avventura e praticamente quasi tutto improvvisato giorno per giorno…a Cuba si può, anzi consiglio vivamente di fare così.

Ci siamo spostati principalmente con taxi privati ( un po’ più cari ) e/o taxi collettivi ( molto più economici ), questi ultimi possono essere tranquillamente prenotati direttamente dal proprietario della Casa Particular dove alloggerete. Assolutamente non è il caso di noleggiare un’auto e di guidare in autonomia per le strade cubane, la segnaletica è praticamente inesistente come pure la connessione internet per eventuale GPS,  le strade sono dissestate e piene di buche, la guida dei cubani è parecchio spericolata, non vengono rispettate le solite regole stradali a cui siamo abituati e potreste tranquillamente incrociare carretti trainati da cavalli, mucche o tori che attraversano strade principali e le loro pseudo superstrade come se niente fosse.  Un altro piccolo consiglio:  fate pipì finchè potete nelle case Particular dove alloggiate in quanto per strada, soprattutto per i tragitti più lunghi, le toilette non ci sono proprio…mi sono ritrovata a fare pipì in piedi un una discarica dopo km nel taxi con l’aria condizionata parecchio alta, chè di bagni per strada non ce n’era nemmeno l’ombra.

Abbiamo evitato i posti e le spiagge più turistiche tipo Varadero e non siamo andati a Cayo Largo, malgrado sia un luogo paradisiaco non lo abbiamo scelto solamente per una nostra decisione di viaggio diverso, maggiormente a contatto con i cubani e le città più autentiche, abbiamo evitato gli hotel ed abbiamo pernottato solamente nelle Case Particular e questo è il consiglio più vivo che sento di darvi.

Le Case Particular sono molto caratteristiche, sicure e pulite, quelle autorizzate vengono identificate con un simbolo azzurro fuori dalla porta o vicino al nome sull’insegna della casa, sono a bassissimo costo, a conduzione familiare, una sorta dei nostri B&B ma ancora più autentici ed ospitali! Praticamente sono le famiglie stesse che vi abitano ad ospitare i viaggiatori nelle loro deliziose case, a preparare fantastiche colazioni a base di frutta fresca e colorata ed altre prelibatezze come il platano fritto o l’aragosta per il pranzo o la cena, chiacchierando volentieri con gli ospiti,  raccontando le loro storie.

Consiglio di prenotare solamente la prima Casa Particular a seconda della destinazione della vostra prima notte a Cuba, dopo di che sarà un passaparola e saranno direttamente loro che penseranno a contattare il vostro prossimo soggiorno in base alla vostra prossima destinazione che potrete tranquillamente decidere anche il giorno prima in base al vostro istinto da viaggiatore!

http://www.amorcuba.com/

Da non perdere

Dormire nelle Case Particular

Escursione a cavallo a Vinales

Rum e sigari

Mangiare in un Paladar ristorante

Assaggiare il frutto rosa Guava ed il platano fritto

Viaggiare in taxi collettivi d’epoca

La domenica mattina al Callejon de Hamel Havana

Itinerario

Vinales

Cayo Levisa

VILLA CABO SAN ANTONIO

VInales

Cienfuegos

Trinidad

Havana

Viaggio

Siamo arrivati all’aeroporto di Havana Jose Marti International ore 20.50 circa, abbiamo preso subito un taxi privato per farci portare a Vinales, abbiamo speso circa 120 cuc, circa 100 euro,  lo so sono parecchi soldi ma anche parecchi chilometri,  circa 170 per di più in notturna,  ma abbiamo fatto questa scelta per poter andare subito verso un luogo  più rilassante  e panoramico e per poterci svegliare all’alba il mattino successivo tra le magiche colline,  il cinguettio degli uccelli , immersi nelle campagne. Abbiamo soggiornato come prima Casa Particular ( l’unica prenotata già dall’Italia ) da  JESUS Y MARIA,  calle Sergio Dopico 1/A ( un’altra consigliata che però non aveva disponibilità è Ridel y Claribel ).

Ci siamo sentiti subito come a casa, Maria una donna splendida e gentilissima che ci ha accolto subito a braccia aperte, non dimenticherò mai né lei, né la nostra camera piccola ed ospitale dai copriletti con stampate immagini di tigri.

Da Vinales si può facilmente raggiungere la meravigliosa spiaggia di Cayo Jutias facilmente raggiungibile via terra con un taxi, un luogo selvaggio e frequentato per lo più dagli abitanti del posto.

A Vinales abbiamo fatto una meravigliosa escursione a cavallo tra le colline della Valle del Silencio, le piantagioni di tabacco e le grotte, abbiamo passeggiato tra le strade sterrate del piccolo centro e respirato tanta aria buona, nonché un’atmosfera di assoluta calma e pace, sembrava di essere tornati indietro nel tempo, ci siamo affidati al maneggio di Luis Ernesto Hernandez Mena ei ci siamo trovati davvero molto bene.

Knowing_vinales@hotmail.com

Da Vinales abbiamo poi raggiunto, circa 50 km in taxi, Palma Rubia per prendere il traghetto che in 20 minuti porta all’isola di Cayo Levisa.

Questo è assolutamente un luogo magico, molto particolare, poco turistico ed intimo. C’è un unico hotel proprio di fronte alla spiaggia, è tutto molto spartano, non si tratta assolutamente di un resort di lusso, ma rimane autentico e “molto cubano” ,  potrebbe capitare di non avere acqua corrente di mattina ad esempio… ma ne vale la pena.

Qui il mare è turchese, le stelle marine scarlatte e passeggiando tra  le mangrovie si può arrivare fino ad una spiaggetta deserta,  Punta Arena,  dove,  seguendo delle fatiscenti indicazioni,  si arriva ad un baretto isolato tutto in legno che distribuisce il mojito più buono di tutto il paese.

Info orari traghetto:

https://www.cubatravelnetwork.com/it/destinazioni-di-cuba/cayo-levisa-il-lato-pratico

HOTEL CAYO LEVISA prenotare bungalow vista mare

http://www.hotelcayolevisa-cuba.com/

Al ritorno dal Cayo Levisa appena sbarcati dal traghetto c’era Paco  il nostro autista fidato ad attenderci, direzione  Cabo San Antonio, circa 200 km.

Questa si che è stata una vera, surreale assurda avventura! Per come l’abbiamo vissuta noi forse la sconsiglierei, o per lo meno, consiglierei di fermarsi prima, ovvero a Maria la Gorda adatta soprattutto per le immersioni, affittare semmai  lì un’automobile ed arrivare autonomamente a Cabo San Antonio.

Cabo San Antonio è un luogo remoto, è una Riserva della Biosfera dell’UNESCO abitata in epoca precoloniale dagli indigeni Guanatahabeyes, tra gli ultimi popoli rimasti dopo la colonizzazione spagnola, in gran parte ancora vergine ospita specie di flora e fauna uniche, per raggiungerla abbiamo percorso una strada selvaggia immersa dal verde, incontrato cervi e tori solitari, abbiamo costeggiato l’oceano tra spiagge rocciose ed iguane e una volta arrivati all’unico hotel della penisola,  Villa Cabo de San Antonio,  ci siamo resi conto che,  oltre alle numerosissime orme di animali selvatici sulla sabbia e qualche cinghiale che girovagava sulla spiaggia…praticamente c’eravamo solo noi. 

Sinceramente l’hotel non era per niente attrezzato, non c’erano né automobili, né biciclette da noleggiare per poter girovagare nei dintorni, il ristorante era alquanto sprovvisto, praticamente avevano solo uova e cocomero, e qualsiasi cosa chiedevamo, qualsiasi,  il tipo che sarebbe dovuto essere il cameriere ci rispondeva “No tiengo! “ … alla fine l’abbiamo presa a ridere, era tutto molto surreale, eravamo affamati e costretti a rimanere bloccati lì senza un mezzo di trasporto, come se non bastasse ci siamo ritrovati completamente divorati dai mosquitos…  il nostro autista, come concordato sarebbe dovuto tornare a prenderci dopo tre giorni e non c’era assolutamente nulla e nessuno in zona che poteva darci un passaggio, neanche un taxi. Alla fine per fortuna siamo riusciti a contattare Paco, il nostro taxista salvatore che, dopo tante imprecazioni ha accettato di venirci a prelevare il giorno successivo.

Nel frattempo ci siamo rilassati  e siamo riusciti a goderci questo paradiso terrestre ed incontaminato. Abbiamo visitato la marina del Cabo de San Antonio, con il suo malinconico faro,  un luogo nostalgico che racconta il passato vivace  di questo porto ora quasi dimenticato.  C’è un localetto dove sono esposte migliaia di bandiere colorate provenienti da tutto il mondo, che evocano gli scambi, affari e commerci di un tempo, sembra di sentire ancora l’eco lontano dei viandanti,  dei marinai indaffarati.  Ora tutto è silenzio, si sente solamente il rumore del mare con le sue onde eterne che si infrangono sugli scogli della vecchia nave fantasma arenata e l’urlo del vento forte.

Lasciamo questo posto a malincuore, ma per la completa mancanza di strutture abbiamo deciso di non rimanere, saremo dovuti restare tre giorni per poi andare verso Havana, ma questo piccolo inconveniente ha fatto si che cambiassimo in corsa il nostro itinerario. Siamo tornati verso Vinales per la notte, eravamo sconvolti e stanchi ma Maria appena ci ha visto anche se non era previsto il nostro ritorno lì, ci è subito venuta incontro di corsa, ci ha abbracciato forte forte… Lei non aveva disponibilità nella sua casa, così ci ha subito trovato una sistemazione dalla sua vicina Amelia, una signora energica, stupenda che ci ha subito preparato una cenetta coi fiocchi ed un letto accogliente. Amelia ha provveduto anche ad organizzare il trasporto per il giorno successivo con un taxi collettivo e a prenotarci il prossimo pernottamento nella Casa Particular di suoi amici Enrique e Ines,  destinazione Cienfuegos tappa intermedia tra Vinales e Trinidad.

I taxi collettivi sono una caratteristica di Cuba! Ti permettono di  percorrere lunghe distanze a poco prezzo, condividendo il viaggio insieme ad altre persone, fu così che ci ritrovammo stipati in una originalissima macchina d’epoca, con degli sconosciuti,  le valigie più grandi di noi sopra le gambe ad affrontare centinaia di chilometri di buche! Stupendo!

Il nostro viaggio on the road prosegue verso Cienfuegos, soprannominata La Perla del Sur, subito a colpirci è la bellezza del porto al tramonto, il colorato centro storico con le sue stradine strette, i viali eleganti ed i palazzi coloniali.

Abbiamo cenato in uno dei tanti  deliziosi ristoranti, passeggiato lungo il Malecón, apprezzato il romantico panorama dalla Bahia naturale de Jagua.

Abbiamo fatto anche un giro dentro un supermercato cubano, esperienza da non sottovalutare, visto che troverete solo marchi a voi completamente sconosciuti e non ci sarà nemmeno l’ombra di quelli più famosi tipo Coca-cola o  Kinder e troverete prezzi bassissimi e prodotti che si potranno acquistare solamente con cuc cubani assolutamente riservati agli abitanti, che non sono gli stessi  cuc  turistici che avrete voi in tasca e fate attenzione a non riceverli per sbaglio sono carta straccia o almeno fino a poco tempo fa era ancora così.

A pochi chilometri dal centro di Cienfuegos si trova El Nicho una delle cascate più incantevoli della nazione che si trova all’interno del Parco Topes de Collantes visitabile in giornata .

La prossima tappa, che raggiungiamo sempre con taxi collettivo a circa 80 km, è Trinidad, una delle sorprese più piacevoli del nostro viaggio.

I padroni della Casa Particular di Trinidad, Cecilia e Miguel una coppia di deliziosi signori che ci hanno veramente coccolato, avevano un commovente album di fotografie con tutte le persone che avevano ospitato, bigliettini, regalini, insomma chiunque varcasse quella porta ci avrebbe inevitabilmente lasciato un pezzettino di cuore e per noi è stato lo stesso, ricordo che proprio davanti casa c’era una pizzeria che faceva la pizza rotonda al forno elettrico più buona di tutta Cuba e poco distante c’era la piazzetta del paese dove erano accalcati praticamente tutti gli abitanti con i telefonini in mano, intenti a connettersi, era  l’unico punto dove c’era  internet, abbiamo trascorso parecchio tempo lì ad osservare con tenerezza gente di tutte le età parlare ad alta voce e fare video con amici e parenti.

Consiglio di prendere il vecchio treno a vapore e di percorrere attraverso la Valle de Los Ingenios le piantagioni di canna da zucchero ed i villaggi rurali, non si escludono incontri di cavalli o mucche che attraversano i binari; si arriva fino all’antica Torre Inzaga e si prosegue fino ad una storica azienda agricola dove è possibile anche pranzare.

La partenza del treno è prevista tutti i giorni alle ore 9.30 dall’unico binario della città di Trinidad, che si trova in fondo a Via Lino Pérez, per un costo di 10 cuc a persona andata e ritorno.

Il centro storico di Trinidad è la parte più affascinante, le strade lastricate portano fino alla vecchia città coloniale dove si trova la coloratissima Plaza Mayor centrale e dove incontrerete sicuramente il classico vecchietto cubano con tanto di sigaro gigante e completo elegante rosa pastello. 

Noi siamo capitati proprio nel periodo in cui si festeggia Santa Barbara, il 4 dicembre e dai cortili e dalle finestre delle case variopinte si intravedevano statue della santa abbellite ed addobbate con fiori rossi, ghirlande, candele e santini vari. I Paladar adibiti a ristoranti sono veramente stupendi, dei veri e propri musei colmi di oggetti d’arredamento e d’arte vari,  quadri, statue, candelabri… noi abbiamo cenato, tra l’altro benissimo,  in una stanza  con un lavabo ed un letto proprio vicino al vostro tavolo finemente apparecchiato con una preziosa tovaglia di pizzo.

E per non farsi mancare proprio nulla, Trinidad possiede anche una spiaggia, Playa Ancon, a soli 10 km dal centro, abbastanza popolata, ma con un bel mare azzurro,  perfetta per una giornata di sole e relax.

Prendiamo il nostro ultimo taxi collettivo e ci dirigiamo curiosissimi verso l’Havana, circa 300 km; abbiamo scelto di rimanere nella zona Veja e, sempre tramite la Casa precedente, abbiamo soggiornato in una Casa Particular proprio a due passi da Plaza Veja, la signora Miranda e la sua stupenda  figlia adolescente sono state ottime padrone di casa, ci hanno fatto mostrato il loro libretto di approvvigionamento per fare la spesa, approfondendo particolari non troppo entusiastici sulla loro vita quotidiana e reale cubana, che non è affatto tutta rumba e sigari,  e  del loro rapporto con il regime  e le varie restrizioni, è stato molto interessante e costruttivo e si è creato un bellissimo legame di complicità tra di noi.

L’Havana è una città contrastante, disarmante. Ci sono maestosi ed eleganti palazzi coloniali rosa, smeraldo, azzurro ed altri fatiscenti, semi crollati spettrali. Il contrasto è potente e molto affascinante. Ci sono grandi vie asfaltate dove sfrecciano auto d’epoca colorate e piccoli vicoli sporchi e fangosi, pieni di pozze, terra e tubi a vista. Abbiamo fatto il classico giro turistico con l’autobus per poter vedere un po’ di tutto, anche la parte più moderna e plaza de la Rivolucion, ma per la maggior parte ci siamo affidati all’istinto ed abbiamo girato le strade a piedi o con i tuc tuc.

Il giro con il tuc tuc è stato molto interessante, abbiamo chiesto al nostro nuovo amico Ivian di portarci in giro tutto il giorno, concordando prima il prezzo,  tra le vie ed il luoghi più caratteristici e meno turistici del posto, è stato di parola e ci ha perfino portato a casa sua, una piccolissima capanna da una sola stanza dove c’era la madre che stava friggendo il platano. È stata un’esperienza molto forte vedere i loro sorrisi splendenti in quella casetta così scura e piena di fuliggine.

Su nostra indicazione ci siamo fatti portare al vicolo cieco di Callejon de Hamel, un luogo bizzarro e coloratissimo, centro dell´importante opera sociale e artistica di Salvador Gonzalez Escalona,  dove ogni domenica mattina a mezzogiorno, oltre a manifestazioni dedicate alle divinita´ afrocubane, gli abitanti del posto ballano la rumba con tanto di scenografie variopinte e vistosissimi costumi. C’è un atmosfera unica, magica, sembra di essere al centro di un antico rito vudù, tra santoni ricoperti da collane fatte di ossa ed ingombranti turbanti in testa e ballerini scatenati di tutte le età che sculettano a ritmo di musica e battiti di mani e di cuori.

Non perdetevi una cena al ristorante La Guarida, occorre prenotare prima altrimenti non troverete posto, è una location storica e bellissima, all’interno di uno dei tanti palazzi decadenti, l’ingresso alle sale allestite con statue sacre, nonché posate d’argento  è anticipato da una maestosa scalinata in pietra e dalla terrazza si può gustare un bel mojito ed un panorama indimenticabile.

Un altro ristorante da non perdere è il Paladar San Cristobal, anche qui occorre prenotare prima telefonicamente, sempre nel classico stile cubano, arredamenti coloniali e da museo, ottimo cibo e super coccola finale con tanto di spettacolari Rum e sigari ed una meravigliosa spilla vintage che mi è stata gentilmente regalata come ultima inaspettata e graditissima sorpresa.

Torniamo verso l’Italia non prima di aver acquistato sigari e buon rum, solo presso rivendite ufficiali ed autorizzate, e con la consapevolezza di aver conosciuto persone vere e genuine con tanta voglia di crescere e di guardare oltre l’orizzonte di Cuba, un paese autentico e tradizionale che non ha ancora subìto l’influenza della globalizzazione con tutti i suoi pro ed i suoi contro, un mondo dove potrete girare per le strade di grandi città senza mai  imbattervi in un Mc Donald o in un Burger King , ma vi ritroverete sicuramente a ballare la rumba per strada bevendo un mojito appena fatto da un chioschetto ambulante, al sottofondo ormai lontano, al ricordo sfocato del disperato grido alla Revolucion!

RISTORANTE LA GUARIDA CUBA
https://laguarida.com/
RISTORANTE PALADAR SAN CRISTOBAL CUBA
+53 7 8601705

L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso.
(Anne Carson)

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